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ANSA

Vino: sarà una vendemmia a due facce, resta incognita clima. Stimato un calo produttivo del 5%, ottimismo su qualità ... Quella 2002 sarà una vendemmia a due
facce: da una parte c'é chi è ottimista perché sembra
prospettarsi un buon raccolto, dall' altra c'e chi conta i
danni causati dal maltempo. A metterlo in luce è un' indagine
condotta da Winenews. Di certo c'é che a caratterizzare gli
ultimi mesi è stato un clima 'impazzito' che ha alternato
periodi siccitosi ad altri con forti precipitazioni, fino ai
nubifragi e alla grandine delle ultime settimane.
Sulla vendemmia ormai prossima, dunque, grava ancora
l'incognita del clima: le ultime settimane saranno decisive per
determinare la qualità dell'annata. Ezio Rivella, presidente
dell' Unione italiana vini, non si sbilancia e sintetizza una
lettura complessiva della vendemmia: "E' presto per azzardare
stime definitive, che potranno essere fatte solo con le uve in
cantina; al momento possiamo ipotizzare una diminuzione del 5%
della quantità di uve prodotte sul 2001". Per il presidente
dell' Uiv le cause possono essere imputate principalmente al
maltempo nelle regioni del Nord e a problemi di siccità e
malattie riscontrati nei vigneti del Sud. "Questa vendemmia
2002 presenta differenze significative nelle varie regioni -
spiega Rivella - in quelle che non sono state colpite dal
maltempo si registra in generale una buona qualità delle uve,
con una data di inizio vendemmia posticipata rispetto al solito,
mentre diversa e più grave è la situazione delle aree,
peraltro limitate, colpite da grandine e temporali".
Partendo dal Piemonte, il produttore Angelo Gaja non si
lascia andare a facili pronostici sulle Langhe, convinto che
"per anticipare un giudizio sulla vendemmia dei nebbioli
occorrerà pazientare non meno di un anno". Sempre in Piemonte,
nella zona dell'Asti, Franco Giacosa, enologo delle undici
tenute della famiglia Zonin, sostiene che per la vendemmia della
Barbera "c'é un ritardo nella maturazione delle uve di sette o
dieci giorni a causa delle piogge di luglio e di agosto, ma la
previsione di qualità è più che buona".
In Lombardia, regione tra le più colpite dal maltempo, la
Franciacorta si lecca le ferite inflitte dalla grandine. Ma il
produttore Mattia Vezzola minimizza: "Per fortuna i nostri
vigneti sono stati colpiti dalla grandine solo in minima parte,
meno del 10% del totale; abbiamo già cominciato la vendemmia da
alcuni giorni e le uve sono sane e di ottima qualità". Nell'
altro terroir delle 'bollicine', nell' Oltrepò Pavese, Giacosa
stima un calo di produzione del 10%.
In Trentino il direttore della cantina 'La Vis', Fausto
Peratoner, traccia un quadro positivo: "Non abbiamo risentito
di problemi meteorologici; anzi, gli sbalzi termici hanno
favorito la qualità delle uve". Anche i vigneti delle
'bollicine' Ferrari sono sfuggiti agli effetti del cattivo
tempo: "Siamo una sorta di isola felice - dice Giampietro
Comolli - cominceremo a vendemmiare lo chardonnay, vitigno base
per i nostri spumanti, dalla prossima settimana".
E le altre 'bollicine' italiane? Quelle del Prosecco di
Conegliano e Valdobbiadene, in Veneto, godono di ottima salute,
come spiega Gianluca Bisol: "Per noi si prospetta un'annata
eccezionale, grazie alle ampie escursioni termiche tra giorno e
notte registrate nell'ultimo mese, fondamentali per il bouquet
di un vitigno aromatico come il Prosecco". Diversa la sorte
toccata, sempre in Veneto, ai vigneti del Bardolino e del
Valpolicella, gravemente danneggiati. L'Amarone, uno dei vanti
enologici nazionali, sembra però essersi in parte salvato.
In Friuli, e particolarmente nel Collio, il maltempo ha
colpito con la pioggia. "Anche se non sarà la vendemmia del
secolo, le uve si presentano valide - afferma la produttrice
Elda Felluga - cominceremo nei prossimi giorni a raccoglierle".
In Toscana il clima sembra essere stato quasi ovunque 'amico'
dei vigneti. Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del
Brunello di Montalcino, è ottimista: "Abbiamo buone
aspettative, le uve sono sane e la vendemmia potrebbe essere
ottima". Nel Chianti, Francesco Mazzei del Castello di
Fonterutoli, è più prudente: "E' ancora presto per fare una
previsione certa, ma ad oggi siamo molto soddisfatti". In
Maremma, Jacopo Biondi Santi dalla sua tenuta del Castello di
Montepò, nel terroir del Morellino di Scansano, parla di
"scampato pericolo", mentre a Bolgheri, dai vigneti del
Sassicaia, il marchese Nicolò Incisa della Rocchetta
tranquillizza: "Cominceremo la vendemmia verso la metà di
settembre, in leggero ritardo rispetto agli anni scorsi, ma lo
stato delle uve è perfetto e l'annata si prospetta ottima".
Anche in Umbria Marco Caprai, produttore del Sagrantino di
Montefalco, parla di "una vendemmia in leggero ritardo, ma con
uve che promettono molto bene". Nelle Marche, Michele Bernetti
dell'azienda Umani Ronchi (che ha da poco acquistato tenimenti
anche in Abruzzo) stila un bilancio tutto sommato positivo, pur
registrando gli effetti del maltempo: "Sarà una vendemmia
tardiva rispetto agli anni precedenti, ma con uve di buona
qualità". "Buona la situazione in Campania", secondo Mirella
Capaldo (Feudi di San Gregorio). E in Sicilia, dove il peggior
nemico si chiama siccità, dal suo Feudo di Butera Gianni Zonin
sostiene che "gradazioni elevate e acidità molto buona fanno
sperare in un'annata di quelle da ricordare". (Ansa)

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