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ASSOENOLOGI: L’EXPORT LASCIA SUL TAPPETO IL 9% IN VALORE

Mantiene i volumi (-0,3%) ma perde valore (-9,2%). Così il nostro export vitivinicolo nel primo trimestre 2009 (sul 2008). Il segnale contrastante emerge dai dati sulle vendite all’estero del vino made in Italy, presentati ieri da Assoenologi, su base Istat.

Sulle tipologie, l’avvio del 2009 segna una contrazione della domanda per il vino sfuso; aumenta l’espansione della domanda di vini in bottiglia (+1,1%) e degli spumanti (+17,3%). “Un segnale - sottolinea il direttore generale Assoenologi, Giuseppe Martelli - di forte tensione sui mercati internazionali che trovano espressione nella sensibile riduzione dei prezzi al consumo. Il valore medio unitario del vino italiano scivola del 9%, passando da 2,02 a 1,83 euro al litro”.
La flessione dei mercati, osserva poi il direttore generale di Assoenologi, coinvolge tutte le principali aree con intensità diverse: più evidente la contrazione della domanda in Asia Centrale (India), Sud America e Medio Oriente, con punte del -40,4%, -39,0% e -35,9%. Ma l’area dove si concentrano le tensioni è il Nord America: lì la flessione registrata a fine 2008 del 3,1% ha subito nel primo trimestre 2009 un progressivo deterioramento fino a toccare -19,6% in valore e -14,6% in volume. E gli Stati Uniti mostrano una tendenza più marcata con -20,1% nei valori e -13,8% in quantità.

Gli effetti depressivi sui consumi globali, osserva Martelli, sono venuti fuori nel comparto enologico “con un leggero ritardo sugli altri settori, innescando l’illusione e la speranza che il settore rimanesse estraneo a questa ondata recessiva che mostra i suoi effetti anche in Estremo Oriente: -4,2% nei valori e una timida crescita dei volumi +1,4%. Elementi positivi provengono dai Paesi europei non Ue (Svizzera, Norvegia) che mostrano una domanda vivace che sfiora il 9,0% nei volumi e una flessione dei valori del 6,8%. L’Europa dell’Est mostra un’accelerazione sul secondo semestre 2008: aumento repentino dei flussi export +74% nei valori e -3,4% nei valori. E la stessa Unione Europea, dopo un significativo rallentamento della domanda nel 2008, sembra aver esaurito l’effetto depressivo con segnali che fanno presagire una positiva inversione della tendenza (+1,2% nei volumi e -3,2% nei valori), già da marzo”. A trainare il Vecchio Continente è ancora una volta la Germania che segna un +3,9% nei valori e oltre il 6% nei volumi e diventa il mercato n. 1 anche in termini di valore. Il Paese tedesco riconquista così la posizione di market leader, superando il mercato Usa (171 contro 158 milioni di euro rispettivamente).

“Il 2009 - conclude il direttore Assoenologi, Giuseppe Martelli - appare un anno difficile e le previsioni degli istituti di ricerca economica non sono ottimiste, ed è quindi molto probabile che la situazione di flessione della domanda sia destinata a perdurare”.

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