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Aumentano dell’1% sul 2015 i consumi delle famiglie italiane. Per l’Istat, cresce soprattutto la spesa alimentare legata alla dieta mediterranea: +9,5% di pesce e +3,1% di frutta e verdura. Ma bene anche la spesa per ristorazione e cultura

I consumi alimentari delle famiglie italiane sembrano confermare una crescente attenzione a una più corretta alimentazione: il livello medio della spesa alimentare è pari a 447,96 euro mensili (era 441,50 euro nel 2015) e si concentra intorno alla carne (in diminuzione), alla frutta e verdura (in aumento) e al pesce (in forte aumento), tendenza confermata anche nel 2017 con un balzo record del 9,6% negli acquisti di frutta e verdura nel primo quadrimestre sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Nielsen. Ma in generale, secondo dati Istat (www.istat.it), si consolida, ad un ritmo moderato, la fase di ripresa dei consumi delle famiglie avviatasi nel 2014, che tornano a spendere anche per beni e servizi non alimentari, per servizi ricettivi e ristorazione e per cultura e spettacolo.
In un quadro macroeconomico caratterizzato dal quarto anno consecutivo di aumento del loro reddito disponibile, da un lieve incremento della propensione al risparmio e dal consolidamento della ripresa del Pil, le spese per consumi delle famiglie torna a crescere, e segue una linea più salutare nei consumi alimentari: quella per carni, pur restando la componente alimentare più importante, torna a diminuire, attestandosi a 93,53 euro mensili (-4,8%, da 98,25 nel 2015). Le spese per frutta e vegetali aumentano entrambe del 3,1% rispetto al 2015, salendo rispettivamente a 41,71 euro e a 60,62 euro mensili. Pesci e prodotti ittici sono la voce con il maggiore aumento (+9,5%, fino a 39,83 euro mensili). La maggiore voce di spesa è diventata quella destinata alla frutta e verdura per un totale di 102,32 euro al mese seguita dalle carni, dal pane, pasta e cereali. Ad aumentare nel dettaglio sono i consumi di frutta secca (+11,9%), quelli di verdura (+11,9%) e quelli di frutta (+7,1%) con una netta inversione di tendenza rispetto al passato dettata dal cambiamento degli stili di vita verso la domanda di cibi più genuini.
Secondo Coldiretti, la svolta salutista degli italiani a tavola del 2016 che ha premiato i prodotti base della dieta mediterranea, con una netta inversione di tendenza nei consumi domestici rispetto al passato, ha consentito all’Italia di collocarsi ai vertici della classifica “Bloomberg Global Health Index” su 163 Paesi per la popolazione maggiormente in salute e sana a livello mondiale. La dieta mediterranea fondata principalmente su pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari, ha consentito agli italiani di conquistare valori record nella longevità con 80,3 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne.
Ma di non solo cibo si vive: anche la spesa per beni e servizi non alimentari (2.076,41 euro al mese) cresce dello 0,9%. Tornano ai livelli pre-crisi le spese per servizi ricettivi e di ristorazione (+4,8%, da 122,39 a 128,25 euro) e salgono per il terzo anno consecutivo quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (+2,9%, fino a 130,06 euro).
Nel complesso, nel 2016, la spesa media mensile familiare in valori correnti è stimata pari a 2.524,38 euro (+1,0% rispetto al 2015, +2,2% nei confronti del 2013, anno di minimo per la spesa delle famiglie e ultimo anno di calo del Pil). Ciononostante, la spesa media mensile familiare rimane al di sotto dei 2.639,89 euro del 2011, valore raggiunto prima di due anni consecutivi di calo. Un quadro analogo si registra anche per la spesa in termini reali: la variazione dei prezzi al consumo è infatti risultata prossima allo zero sia nel 2016 (-0,1%), sia nel 2015 (+0,1%) e nel 2014 (+0,2%). Al netto del costo (stimato mediante i cosiddetti affitti figurativi) che le famiglie dovrebbero sostenere per prendere in affitto un’unità abitativa con caratteristiche identiche a quella in cui vivono e di cui sono proprietarie, usufruttuarie o che hanno in uso gratuito, la spesa media familiare è pari a 1.935,09 euro, in aumento dell’1,3% rispetto al 2015.
Pur permanendo ampie differenze strutturali sul territorio, legate ai livelli di reddito, ai prezzi e ai comportamenti di spesa, il gap tra i più elevati valori del Nord-ovest (2.839,10 euro) e quelli più bassi delle Isole (1.942,28 euro) si riduce, passando da quasi 945 a circa 897 euro nel 2016. Si amplia nel 2016 il divario tra le città metropolitane e i comuni periferici delle aree metropolitane e quelli sopra i 50.000 abitanti (circa 376 euro in media al mese da poco meno di 100 euro del 2015) e tra città metropolitane e altri comuni fino a 50.000 abitanti (poco più di 491 euro da meno di 200 del 2015). La causa principale di questa dinamica è nella marcata crescita della spesa media mensile per beni e servizi non alimentari delle famiglie residenti nelle città metropolitane.

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