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AUTUNNO PIU’ DOLCE PER LE CASTAGNE

Meno ricorso alle importazioni e prezzi al dettaglio in discesa: per i prodotti agricoli autunnali, le previsioni sono molto positive e, in termini produttivi, si potrebbe sfiorare un incremento del 50%, A rilevarlo è la Confederazione Italiana Agricoltori per la quale, finalmente, si prospetta un anno brillante per funghi, tartufi, nocciole e castagne.

Gli effetti negativi della siccità, che hanno fortemente condizionato quantità, qualità e soprattutto i prezzi dei prodotti tipicamente autunnali nel 2003, potrebbero dunque essere soltanto un brutto ricordo. In particolare, secondo la Cia, per i funghi porcini è ipotizzabile un incremento del 15% nella produzione con una conseguente flessione dell' importazione. Infatti proprio questo fungo, che nelle sue quattro specie pregiate è quello più venduto, mediamente ha una produzione che copre solamente il 5% sull’intero prodotto fresco commercializzato, mentre il restante 95% del prodotto consumato in Italia arriva dai paesi dell’Est europeo, dal Sud Africa e dal Marocco. Se non ci saranno manovre speculative di mercato è dunque razionalmente ipotizzabile che quest' anno il porcino (nazionale ed estero) non dovrebbe arrivare ad un prezzo al dettaglio superiore ai 18/23 euro al chilo. Sul fronte dei tartufi, quello nero d’estate è ancora introvabile, anche se si tratta della tipologia di minor pregio. Gli altri, che dovrebbero nascere in Italia dopo settembre, stante tale situazione climatica, potrebbero registrare un aumento produttivo del 30% con prezzi che arriveranno a sfiorare i 100 euro all’etto.

Anche se non mancherà l’approvvigionamento dall’estero, in particolare dall’ex Jugoslavia, e il prezzo di questo prodotto si aggirerà intorno agli 80 euro all’etto con variazioni a seconda delle pezzature. In aumento, secondo la Cia, la produzione delle nocciole: nel Nord Italia si arriverà ad un +50% rispetto al 2003, con un prezzo al consumo che non dovrebbe superare i 5/7 euro al chilo. Probabile, quindi, il contenimento dei prezzi per dolci e creme artigianali a base di nocciola. Per quanto attiene alle castagne l’Italia, maggior produttore d’Europa, copre più del 15% della produzione mondiale, mentre Cina, Corea del Sud e Turchia, ne coprono complessivamente quasi il 60%. La produzione media di castagne e marroni degli ultimi 20 anni in Italia va dalle 50.000 alle 70.000 tonnellate, e per quest' anno si dovrebbe stare su standard più che discreti. Conseguenze positive si potrebbero registrare anche sul prezzo finale del prodotto fresco, sulle confetture, sulle marmellate e i dolci a base di castagne, tenendo presente che l’industria dolciaria assorbe ogni anno oltre 7.500 tonnellate di produzione castanicola.

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