I debiti del grande calcio, finiti in tutta la loro gigantesca mole sulle prime pagine dei quotidiani nei giorni caldi in cui i top club europei sembravano pronti alla scissione dalla Uefa per associarsi in una nuova SuperLega, stanno spingendo molte grandi squadre alla cessione. O meglio, a cercare un acquirente che si accolli la situazione debitoria e ne risani i bilanci. Non c’è un Paese in cui le cose vanno meglio che in un altro, e neanche i club storici di Francia si salvano. Anzi, dopo il Saint Etienne, anche il Bordeaux è sull’orlo del collasso finanziario. Per salvarsi, i Girondins hanno bisogno di un’iniezione di risorse importante, pari a 100 milioni di euro. Un’operazione finanziaria importante, per una società che il presidente Frederic Longuepee ha messo nelle mani del tribunale commerciale della città, che ha assunto la banca d’affari Rothschild & Co. come advisor per la ricerca di un nuovo proprietario.
Una storia, come si capisce, che si gioca nel territorio forse più noto ed amato della viticoltura mondiale, dove, negli anni, hanno investito i maggiori gruppi del lusso e della finanza di Francia. La stessa Rothschild, attraverso la Domaines Barons de Rothschild, è proprietaria di Château Lafite. E allora, che le strade del Bordeaux, inteso come squadra di calcio dal passato glorioso - fondata nel 1881, ha sfornato campioni come un certo Zinedine Zidane, oggi sulla panchina del Real Madrid, per anni ha incantato con la maglia della Juventus sulle spalle - e di Bordeaux, inteso come territorio del vino, si intreccino, è quasi destino.
La notizia che King Street Capital, hedge fund statunitense che ha in mano la maggioranza del club, ha deciso di chiudere i rubinetti, non ha lasciato indifferente François Pinault, a capo di uno dei principali gruppi del lusso del Paese, Kering, proprietario a Bordeaux di Château Latour. Pinault, come ha dichiarato in una lettera aperta pubblicata dal quotidiano “Sud Ouest” sarebbe disposto a dare il suo contributo, e ha chiesto ai vigneron di fare altrettanto. Con un capitale stimato da Bloomberg in 50,9 miliardi di dollari, non dovrebbe essere un problema per Kering, peccato che non possa acquistare la maggioranza delle quote: Pinault, infatti, è già proprietario di un altro club della Ligue1, il Rennes, la squadra della sua città natale.
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