Non si arresta il declino dell’industria del vino in Cina che, secondo i dati del National Bureau of Statistics of China, corre su due binari: da un lato la produzione domestica, attestatasi nel 2022 a 214 milioni di litri, dall’altro le importazioni, ferme, nello stesso periodo, a 340 milioni di litri, per un totale di 554 milioni di litri, e un calo, in entrambi i casi, superiore al 21%. Numeri che allontanano ancora di più il mercato cinese dai livelli record del 2012, quando la produzione interna raggiunse il picco record di 1,38 miliardi di litri di vino prodotto, facendo della Cina uno dei principali produttori di vino a livello globale.
Da quel momento, nonostante la crescita delle superfici vitate (che nel 2021 hanno raggiunto i 783.000 ettari) il trend ha vissuto una inversione di tendenza repentina. Nel 2017 la produzione domestica era praticamente dimezzata, scivolando a 679,1 milioni di litri di vino, per crollare a quota 268 milioni di litri nel 2021, ossia ai livelli dei primi anni 2000.
A ridimensionare i volumi di vino importato dalla Cina, invece, è stata la decisione, presa da Pechino nel 2019, di imporre dazi anti-dumping al vino australiano talmente elevati da aver praticamente azzerato le importazioni dall’Australia. Numeri difficili da interpretare, ma la speranza del mondo del vino è che possano rivelarsi un nuovo punto di partenza.
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