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ETICHETTE SEMAFORO

Coldiretti "etichette chiare sono fondamentali: bene nuove sanzioni, ma no alle etichette semaforo"

Da Cibus la Coldiretti appoggia le nuove sanzioni contro le notizie "fake" sugli scaffali. Ma ancora si schiera contro le etichette semaforo
ETICHETTE SEMAFORO, FAKE NEWS, Non Solo Vino
Esempi di prodotti italiani penalizzati dalle etichette semaforo

Si torna a parlare di informazione chiara e trasparente per il consumatore: i prodotti sugli scaffali dei supermercati devono avere etichette con tutte le specifiche necessarie a permettere al consumatore di fare scelte consapevoli. Se ne parla a Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione di scena a Parma, da dove la Coldiretti rilancia il suo appello all’Unione Europea contro le cosiddette “etichette semaforo”. Il sistema di etichettatura che classifica come “rosso”, “giallo” o “verde” i cibi in base al loro contenuto di zuccheri, grassi, e altre sostanze, da poco adottato in Francia e in Gran Bretagna, è infatti secondo la Coldiretti fuorviante e distorce l’effettiva salubrità di alcuni prodotti della tipicità gastronomica italiana, come il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma, e l’olio extra vergine d’oliva.
“L’etichetta nutrizionale a semaforo - ha affermato, oggi, dal Cibus di Parma, Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti - sugli alimenti che si sta diffondendo in Europa boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine Dop che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare”. Le etichette semaforo nascono sì per la necessità di informare il consumatore, ma sono a detta della Coldiretti non complete e spesso superficiali: l’etichetta a semaforo inglese, presa ad esempio dalla Coldiretti, indica con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze.
A dimostrare quanto sia effettivamente importante un’etichetta informativa sugli alimenti, la Coldiretti appoggia pienamente l’entrata in vigore il 9 maggio 2018 delle sanzioni, da 500 euro a 40.000 euro, per chi non rispetta trasparenza e corretta informazione al consumatore su quello che viene offerto sugli scaffali. Secondo un’indagine, condotta proprio dalla Coldiretti con Ixè, il provvedimento era atteso da due italiani su tre (68%) che si sono detti “preoccupati dell’impatto di quello che mangiano sulla salute”: ciò significa che sono proprio i consumatori ad avere “fame” di informazioni precise.
Il provvedimento, spiega la Coldiretti, è uno strumento per garantire ai consumatori l’affidabilità delle informazioni sugli alimenti contro le notizie “fake”, in modo da consentire scelte consapevoli, prevenendo qualunque pratica suscettibile di indurre in errore i cittadini. Sono state così definite a livello europeo le informazioni che devono obbligatoriamente comparire sull’etichetta di un prodotto alimentare come ad esempio, il termine minimo di conservazione o la data di scadenza dell’alimento, la dichiarazione nutrizionale o l’elenco degli ingredienti. Inoltre, continua la Coldiretti, si dispone che sugli alimenti vadano indicate obbligatoriamente le sostanze che possono provocare allergie o intolleranze e detta norme relative ai requisiti di etichettatura di queste sostanze, come ad esempio, la loro messa in evidenza rispetto ad altri ingredienti. In questo caso, la mancata apposizione dell’indicazione obbligatoria viene punita con una sanzione amministrativa. Ma anche definire, ad esempio, un prodotto come “vegano” o “vegetariano” quando non ne ha le caratteristiche costituisce, conclude la Coldiretti, una violazione delle pratiche leali d’informazione.

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