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COME GLI ANTICHI PELLEGRINI, ANCHE GLI ENO-VIANDANTI HANNO TROVATO LA LORO STRADA: E’ “LES CHEMINS DE LA VIGNE EN EUROPE”, IL CAMMINO TRA I VIGNETI DELLE CITTA’ DEL VINO DEL VECCHIO CONTINENTE, PROMOSSO A “ITINERARIO CULTURALE DEL CONSIGLIO D’EUROPA”

Italia
Enoviandanti

Il Cammino di Santiago de Compostela, la Rotta dei Fenici, la Via Francigena e ora, con l’itinerario lungo i paesaggi vitati del vecchio continente, anche gli eno-viandanti hanno trovato la loro strada, protagonisti di una nuova e originale tipologia di turismo enogastronomico, che si ispira al modo di viaggiare degli antichi pellegrini, per riscoprire l’identità europea nella sua unicità e incredibile varietà, attraverso il vino, la natura, la cultura e la storia, che caratterizzano i territori a più alta vocazione vitivinicola d’Europa: è Les Chemins de la Vigne en Europe, il “cammino” attraverso i vigneti europei, nato da un’idea originale dell’Associazione internazionale Iter Vitis, che riunisce le Città del Vino di tutta Europa, e ora promosso tra gli “Itinerari culturali del Consiglio d’Europa” (info: www.cittadelvino.it).
Non più il turismo enogastronomico alla “maniera moderna”, con le oltre 200 Strade del Vino in tutta Europa - che pure attraggono, ogni anno, oltre 20 milioni di eno-appassionati, per un volume di affari che supera i 12 miliardi di euro - ma un itinerario culturale inteso come un vero e proprio “cammino” di un tempo, dove il vino è il messaggio che oltrepassa i confini e invita a viaggiare alla scoperta dei suoi paesaggi affascinanti e variegati. Camminare a piedi attraverso vigne secolari, paesaggi incontaminati e territori enologici tra i più famosi del vecchio continente: è questo il principio fondamentale alla base di Les Chemins de la vigne en Europe, promosso da Iter Vitis, un’associazione internazionale con sede a Sambuca di Sicilia, nata nel 2007 su iniziativa di quattro Gal (Terre del Gattopardo in Sicilia e Kroton in Calabria, Pays Vignobles Gaillacois e Midi Pyrenées in Francia), proprio per dar vita a questo originale progetto, e che oggi riunisce i più importanti territori vitivinicoli, le Città del Vino e le Strade del Vino di 18 Paesi europei, dall’Italia alla Spagna, dal Portogallo alla Francia, dalla Germania alla Slovenia, fino all’Austria, Ungheria, Croazia, Grecia, ex Repubblica Yugoslava, Macedonia, Azerbaïdjan e così via.
“Itinerari culturali europei” è un programma promosso dal Consiglio d’Europa, di cui fanno parte il Cammino di Santiago de Compostela, la Via Francigena e la Rotta dei Fenici, per citare gli esempi più famosi, e ora anche Les Chemins de la Vigne en Europe, che porterà gli eno-viandanti tra i paesaggi culturali vitati del vecchio continente, come quelli di St. Emilion in Francia, della regione della Wachau in Austria, dell’Alto Douro in Portogall, del Tokaj in Ungheria, dell’Isola del Picho nell’Arcipelago delle Azzorre e di Lavaux nel Cantone di Vaud in Svizzera, la Val de Loire in Francia, le Cinque Terre e la Val d’Orcia in Italia, la Valle del Reno in Germania, molti dei quali già Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
“Il progetto del neo-nato “cammino” - spiega il presidente di Iter Vitis, Paolo Benvenuti - può ora sviluppare i suoi obbiettivi: dalla conoscenza e la difesa dei vitigni antichi attraverso la creazione di una vera e propria banca dati dei vigneti europei, punto di partenza per una politica di tutela della qualità del paesaggio vitivinicolo che definisca le “buone regole e pratiche” per la loro conservazione e valorizzazione, alla segnalazione dei luoghi e dei segni, testimonianza della cultura della vite e del vino; con il nuovo itinerario sarà inoltre possibile promuovere forme di turismo sostenibile, rivolgendo una grande attenzione alle giovani generazioni, e fare della qualità della vita delle zone rurali un modello per il futuro”.
“Con l’entrata in vigore della nuova Ocm vino - sottolinea il presidente delle Città del Vino italiane, Valentino Valentini - proprio i vigneti storici europei, a causa del surplus produttivo e per la loro particolare posizione in terreni incidentati (terrazzamenti di montagna, isole, alti pendii), dovranno essere difesi dall’estirpazione, temibile conseguenza delle logiche della liberalizzazione del mercato”.
La produzione di vino è da sempre un simbolo dell’identità europea di fronte al resto del mondo e le conoscenze tecniche alla base di questa produzione, hanno contribuito nel corso dei secoli, e contribuiscono ancora oggi, alla costruzione della cittadinanza europea, delle regioni, dei popoli e delle identità nazionali. La viticoltura, e in particolare il lavoro nelle campagne, è da sempre alla base dei grandi movimenti migratori, e il vino è mezzo e fonte di dialogo tra i Paesi europei, tra l’est e l’ovest, tra il nord e il sud.

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