CONGRESSO ENOLOGI ITALIANI - ANDREA SARTORI, PRESIDENTE UNIONE ITALIANA VINI (UIV): “SULLA PROMOZIONE DOBBIAMO USCIRE DAL GHETTO DEI RISTORANTI ITALIANI”

Per conquistare i mercati esteri finora i produttori del Vigneto Italia, “sono andati a cercare gli italiani per il mondo e sono così rimasti intrappolati nel ghetto a bandiera tricolore, a differenza di australiani e americani che del vino hanno fatto il prodotto globale”. Lo ha affermato, nel Congresso degli Enologi Italiani, dal presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv) Andrea Sartori che ha sottolineato “le opportunità per il made in Italy nei nuovi mercati asiatici, laddove i francesi detengono oggi il 70%, ma, dobbiamo comunicare al consumatore e non più ai professionisti”.

“Occorre avviare - ha detto ancora Sartori - più consorzi volontari tra aziende per la promozione all’estero e presentarci in prima persona, dopo aver fatto azioni di formazione linguistica e marketing: se non comunichiamo con il consumatore, la bottiglia non si muove dai nostri magazzini, ma per far ciò serve un salto di qualità culturale e negli investimenti”.

“Con l’aumento dei “private label” - ha aggiunto Andrea Sartori, presidente Unione Italiana Vini (Uiv) - “rischiamo poi di non poter comunicare i nostri marchi perché lo stanno facendo gli stranieri. Le armi del marketing sono prodotto, prezzo, posizionamento, promozione, e oggi sempre più il personaggio in grado di promuovere il proprio prodotto. Su tre mercati di riferimento - Usa, Gran Bretagna e Germania - gli italiani hanno lavorato poco sul marketing, nonostante il prodotto italiano abbia avuto una grande evoluzione. Quindi la prima “P” l’abbiamo raggiunta. E’ sulla seconda “P”, ovvero il prezzo, ci siamo mossi molto male con una grande corsa al deprezzamento o crescita troppo calmierata, mentre francesi e Nuova Zelanda si trovano al di sopra di noi. E, così, tra il 2003 e il 2008, abbiamo perso volumi, e con prezzi bassi non siamo riusciti - ha concluso Sartori - a far promozione e comunicazione nella gdo dove, all’estero, è venduto il 77,5% dei vini”.