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EMERGENZA CORONAVIRUS

Covid-19, l’Hotel De La Poste di Cortina cita per danni il Ministero della Sanità della Cina

Il proprietario Gherardo Manaigo: “con questa azione mi sono inserito, provocatoriamente, in un dibattito di portata mondiale”
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Gherardo Manaigo, proprietario dell’Hotel de la Poste di Cortina

Una citazione per danni del Ministero della Sanità della Repubblica popolare cinese davanti al Tribunale di Belluno, “per non aver tempestivamente segnalato all’Oms lo stato del diffondersi del virus e dei suoi gravi effetti letali a cavallo tra novembre e dicembre 2019”, e “non aver assunto i necessari provvedimenti di controllo sugli scali aeroportuali in partenza dalla Cina”: ad intraprenderla, l’Hotel De La Poste di Cortina d’Ampezzo, come riportato dall’Ansa nei giorni scorsi.

“La notizia sta facendo il giro del mondo. Come direttore e proprietario dell’Hotel - spiega Gherardo Manaigo - desidero chiarire meglio le motivazioni di questo gesto, allo scopo di evitare possibili fraintendimenti. Con questa azione, certamente dirompente, mi sono inserito, provocatoriamente, in un dibattito di portata mondiale, ben conscio che le implicazioni e gli interessi in gioco siano molto più ampi di quanto sia di nostra pertinenza.Rappresentando però un locale simbolo di Cortina e del turismo, ho pensato fosse necessario e doveroso dare il mio contributo a questa presa di coscienza del problema economico, emergenza che arriva dopo il problema sanitario che stiamo vivendo. Siamo di fronte a un disastro su scala globale, tale da non avere precedenti. Appare quindi paradossale, e certamente lo è, l’azione solitaria di una piccola realtà di montagna che si scaglia, lancia in resta, contro i mulini a vento delle grandi potenze mondiali. Ma dobbiamo ripartire e chi ci ha messo in questa condizione ha il dovere di assumersi la responsabilità di darci un aiuto a farlo. In tanti mi hanno chiesto: “ma cosa posso fare io?”. Quello che ho fatto io. Perché insieme, invece di essere un solitario fiocco di neve, diventeremo una valanga”.

Nell’atto, spiega l’Ansa, a firma dell’avvocato barese Marco Vignola, la Srl che gestisce l’albergo mette sotto accusa il ritardo nella diffusione di informazioni da parte della Cina sull’epidemia per i danni al turismo della nota località sciistica veneta, dove l’albergo aveva registrato il tutto esaurito in vista anche delle finali di Coppa del mondo di sci alpino, fissate dal 18 al 22 marzo 2020 ma poi annullate nell’emergenza Coronavirus. Nella citazione si legge che il 12 marzo 2020 è stata disposta “la chiusura anticipata dell’hotel e di tutti i servizi connessi, “nel pieno della stagione sciistica invernale”, con “conseguenze disastrose anche per il licenziamento dell’intero personale dell’hotel e la disdetta dei contratti di fornitura, così come avvenuto per tutte le altre strutture ricettive ampezzane”. E chiede al Tribunale di Belluno di accertare “le gravi omissioni” del Ministero cinese, che “hanno impedito allo Stato italiano una tempestiva assunzione di provvedimenti da adottare di ordine pubblico e sanitario, che sicuramente avrebbero ridotto al minimo il disagio e le conseguenze negative derivanti dal Covid-19”.

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