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CRISI: 13 MILIONI DI ITALIANI TAGLIANO SULLA SPESA ALIMENTARE. LO DICE UNA RICERCA KETCHUM-ASTRA

La crisi economico-finanziaria modifica le abitudini di spesa tanto che 13 milioni di italiani, secondo un’indagine Ketchum-Astra (effettuata su un campione rappresentativo della popolazione italiana di età compresa tra 14-79 anni pari ad un universo di 48,6 milioni di adulti), dichiarano di aver tagliato su cibi e bevande.

Nel carrello della spesa finiscono così più verdura (+9%) e frutta (+8%), meno pane, crackers, snack salati, condimenti e formaggi (con percentuali comprese tra -11% e -13%). In quantità ancora inferiori biscotti, cioccolata, merendine, vino, birra e gelati industriali (con percentuali comprese tra il -14% ed il -18%) e a livelli minimi nel carrello entrano i dolci, la carne rossa, le bevande gassate e i surgelati (tra -20% e -25%). Se il 77% degli italiani (equivalente a 37,6 milioni in età compresa tra 14 e 79 anni) sostiene di avere diminuito in generale i propri consumi, per la sola spesa alimentare il 67% parla di stabilità ed il 27% di diminuzione. Da un lato, infatti, gli italiani tendono a preferire sempre di più prodotti espressione del made in Italy e, dall’altro, emerge come la grandissima maggioranza della popolazione (86%) abbia puntato, a ridurre il proprio tenore di vita ma senza rinunciare alla qualità.

La ricerca mostra poi il disagio, sempre più marcato, dei consumatori nei confronti delle marche, causato anche dall’inevitabile confronto con i prezzi in vigore prima della crisi. Questo disagio si traduce in un aumento della fiducia verso i piccoli produttori artigianali (+8%) a discapito delle medie-grandi industrie (-22%).

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