Più che una rivoluzione, una sorta di ritorno al passato, merito della tecnologia, con una piccola ma simbolica ricaduta anche sul vino. Ma procediamo con ordine. Dal 2006, lo sa bene chi viaggia spesso in aereo, le autorità internazionali hanno limitato ad appena 100 ml le quantità di liquidi che è possibile imbarcare in aereo con il bagaglio a mano. Da 17 anni, in sostanza, è impossibile portarsi dietro una bottiglietta d’acqua, figuriamoci di vino. A meno che non si decida di imbarcarla in stiva (con tutti i rischi che ne conseguono), oppure di acquistarla al duty free, dove la scelta non è sempre delle più varie. Tutto questo, però, è destinato a cambiare, perché tra il 2024 ed il 2026 il divieto, introdotto come misura di sicurezza dopo gli attentati del’11 settembre 2001, cadrà, almeno in Europa.
E non per un ripensamento, ma per l’aggiornamento tecnologico degli scanner usati ai varchi, che permetteranno un controllo veloce ed affidabile, senza neanche più dover aprire gli zaini e tirare fuori laptop e tablet. Le apparecchiature di ultima generazione, che stanno già controllando i bagagli a mano di alcuni terminal degli aeroporti di Fiumicino, Linate e Malpensa, oltre che del London City Airport di Londra e dello scalo di Monaco di Baviera, sono dotate di scanner a raggi X per tomografia computerizzata, capaci di riprodurre in 3D il contenuto di trolley e zaini. Senza la necessità di svuotare borracce e bottiglie.
I turisti, anche chi sceglie l’Italia solo per un weekend, o chi vola da una città all’altra della Penisola, potranno così portarsi dietro il più ambito dei souvenir, una bottiglia di vino, senza doverlo imbarcare. Ma la novità potrebbe far piacere anche a chi si muove per affari, ovviamente legati al vino, volando e tornando in giornata in una qualunque capitale europea, spesso solo per un pranzo, o per una cena, meglio ancora se potendosi portare dietro un paio di bottiglie dell’ultima annata da presentare al buyer di turno ...
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