“Le bombe hanno distrutto la nostra cantina e alcuni missili sono caduti sui vigneti, danneggiandoli. Adesso spero di poter partecipare al Vinitaly 2022 per far assaggiare i nostri vini e far conoscere al mondo le difficoltà che stanno vivendo i viticoltori ucraini”: sono parole di coraggio e speranza, e proiettano il mondo del vino dentro alla drammatica attualità della guerra, quelle del produttore Denys Khalupenko, che guida, insieme al padre Nikolay, la cantina Chateau Kurin, nella zona di Kherson, non lontano dalla Crimea. Che, all’Agenzia Ansa, ha spiegato: “prima di sistemare la cantina, dobbiamo salvare le viti. Abbiamo perso tutte le attrezzature e avremmo bisogno, ad esempio, di un piccolo trattore per trattare le piante e poi anche di cisterne e botti. Vanno bene anche macchinari vecchi. Il nostro desiderio è di poter vendemmiare a settembre prossimo, così da produrre un pò di vino per la gente della nostra città, sperando che, nel frattempo, la guerra sia cessata”. Il suo racconto è riferito a quanto avvenuto il 16 marzo: “i vigneti, una cinquantina di ettari, si trovano alle porte della città di Kherson, così come la cantina, il ristorante e l’hotel. Proprio qui si è consumata - spiega - una battaglia tra i soldati ucraini e russi e sono stati lanciati missili e bombe che hanno colpito sia la cantina che i vigneti, causando danni ingenti. Fortunatamente noi avevamo lasciato l’azienda e la nostra casa già da qualche giorno e nessuno è rimasto ferito. Mio padre ed un nostro collaboratore soltanto alcuni giorni fa hanno potuto raggiungere la cantina e potuto constatare i danni”.
Parole che fanno riflettere, in vista di una fiera, quella che sarà di scena a Verona, dal 10 al 13 aprile, dove ovviamente, il conflitto sarà al centro del dibattito e di tante iniziative. E se come annunciato nei giorni scorsi dal dg Veronafiere, Giovanni Mantovani, “tutto il ricavato dedicato dai wine tasting e dalle master class sarà devoluto alle iniziative per l’accoglienza dei profughi ucraini. Vogliamo fare la nostra parte in modo concreto”, a scendere in campo sono anche tre dei Consorzi del vino più prestigiosi della Toscana e d’Italia. È firmata dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, dal Consorzio del Vino Chianti Classico e dal Consorzio Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, #viniperlapace, un’asta che sarà battuta da Sotheby’s (il battitore sarà Filippo Lotti, ndr) lunedì 11 aprile, dalle ore 16, nell’Auditorium Verdi di PalaExpo a Veronafiere. Con 30 grandi lotti, il cui ricavato andrà alla Caritas Diocesana di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, per essere destinato ad una serie di strutture di accoglienza per famiglie di profughi ucraini. “Da tre marchi di eccellenza del settore vinicolo italiano - dichiara don Renato Rotellini, segretario generale dell’Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino - arriva un segno di grande misericordia e solidarietà nei confronti della popolazione ucraina segnata profondamente da una guerra che da oltre un mese sta devastando il Paese. Tre simboli del made in Italy che, insieme, questa volta esportano quella carità senza confini tanto auspicata da Papa Francesco. Un ringraziamento mio e dell’Arcidiocesi - aggiunge don Rotellini - per avere scelto di sostenere la nostra Caritas Diocesana impegnata sin dall’inizio del conflitto nell’aiuto alle missioni dell’Opera Don Orione a Leopoli, Kiev e Charkiv”. Sarà possibile partecipare all’asta sia di persona, a Vinitaly, che inviando le proprie offerte attraverso la piattaforma Bidinside (viniperlapace.bidinside.com), partner tecnico della iniziativa, insieme, per l’apporto logistico, a FieraMente, società specializzata nella promozione e logistica dell’internazionalizzazione del vino italiano con sede a Montevarchi (Arezzo).
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