Se siete dei consumatori abituali di insalata in busta o se alla bordolese tradizionale di vino preferite la magnum, presto al supermercato potreste avere delle sorprese. Il nuovo regolamento sugli imballaggi dell’Unione Europea, secondo Coldiretti, rischia di cancellare dagli scaffali questi prodotti ma anche i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete “con un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari”, ha detto la Coldiretti, a Tuttofood (8-11 maggio, a Milano), dove è stato aperto il salone “Il cibo italiano sotto attacco”.
È critica la Coldiretti sulla “proposta di regolamento sugli imballaggi presentata dalla Commissione Europea che imporrebbe, tra le altre cose, l’addio alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi, giudicate superflue e considerate al pari delle piccole confezioni di shampoo usate negli hotel. Una scelta che apre ad una serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Basti pensare al tradizionale cestino di fragole o piccoli frutti che soprattutto nelle fasi di trasporto protegge l’integrità del prodotto. Ma si rischia anche un effetto negativo sui consumi dove i prodotti di quarta gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani, con il pericolo di ridurne il consumo, già calato dell’8% per la frutta e del 10% per gli ortaggi nel 2022, con un impatto pericoloso sulla salute. Il risultato è che appena il 16,8% degli italiani ha consumato prodotti ortofrutticoli almeno quattro volte al giorno, con una forte diminuzione rispetto al periodo 2015-2018 quando la percentuale era al 20%, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat”.
Novità anche per il vino perché, continua Coldiretti, “la direttiva impone poi la standardizzazione delle bottiglie per il vino e la riduzione del loro peso, eliminando di fatto il formato magnum ma anche le tipologie più “importanti”, come ad esempio quelle necessarie per i grandi vini invecchiati, dal Barolo all’Amarone della Valpolicella. Dall’1 gennaio 2030, “il 10% delle bevande alcoliche immesse sul mercato deve inoltre utilizzare imballaggi inseriti in sistemi di riuso”, ma dall’1 gennaio 2040 “tale soglia salirà al 25% dei prodotti immessi sul mercato”. Per i vini, continua Coldiretti, ad eccezione dei vini spumanti, è prevista una soglia del 5% a partire dall’1 gennaio 2030 che salirà al 15% entro l’1 gennaio 2040 .
“Un vero e proprio stravolgimento - accusa Coldiretti - che soprattutto nel caso del vetro rischia peraltro di vanificare tutto il lavoro fatto nel corso degli anni sul fronte del riciclo per indirizzarsi verso un riutilizzo dai contorni problematici e poco chiari. Così come strutturato il regolamento andrebbe di fatto a colpire i due settori del made in Italy più esportati all’estero. Se le vendite di vino sui mercati stranieri hanno sfiorato nel 2022 la quota record di 8 milioni di euro in valore, quelle di ortofrutta hanno raggiunto i 5,7 miliardi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, ai quali si aggiungono altri 4,8 miliardi di ortofrutta trasformata, quella più esposta ai cambiamenti in fatto di packaging”.
Pur condividendo la necessità di assicurare una maggiore sostenibilità dei consumi, Coldiretti “chiede dunque di correggere l’attuale proposta, eliminando i divieti per il monouso di frutta e verdura sotto il peso di 1,5 chili e ricalibrando le misure per il settore vinicolo al fine di non pregiudicare la qualità delle produzioni e la possibilità di scelta da parte dei consumatori”.
Focus - Coldiretti: “Le follie nel piatto, dalle larve al semaforo”
“Dal terrorismo sul vino alle etichette a semaforo che bocciano le eccellenze tricolori, dal via libera a larve e grilli nel piatto al divieto della pesca a strascico è attacco al Made in Italy a tavola tra normative ideologiche e follie senza freni che rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare della Dieta Mediterranea e il sistema produttivo nazionale basato sulla qualità e su tradizioni millenarie”. A denunciarlo è ancora la Coldiretti, alla vigilia della Giornata dell’Europa (9 maggio).
“L’ultima follia - continua Coldiretti - è l’autorizzazione concessa dall’Unione Europea all’Irlanda che potrà adottare sulle bottiglie di vino e birra un’etichetta con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici. Ma nel mirino Ue è finita anche la pesca italiana. Le nuove linee di indirizzo ad integrazione della Politica Comune proposte dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius prevedono provvedimenti choc a partire dal divieto del sistema di pesca a strascico che rappresenta in termini di produzione ben il 65% del pescato nazionale, secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca. Le misure impongono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali. Scelte che aprono di fatto alle importazioni selvagge, andando ad aggravare ulteriormente una situazione che nel 2022 ha visto arrivare in supermercati e ristoranti del nostro Paese oltre 1 miliardo di chili di prodotto straniero tra fresco e trasformato, pronto spesso per essere servito come tricolore”.
Inoltre nell’autunno 2023 “verrà discussa la proposta di regolamento sull’etichetta a colori, con il fronte dei Paesi del Nord che spinge il cosiddettoNutriscore. Si tratta di un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti sintetici di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo - continua la Coldiretti - si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine”.
Ed ancora “sempre nel 2023 potrebbero essere presentate le prime richieste di via libera - spiega Coldiretti - all’arrivo sulle tavole in Europa per la carne prodotta in laboratorio come novel food dopo il via libera della Fda negli Stati Uniti. Si tratta di una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta contro la quale sono state già raccolte oltre mezzo milione di firme nella mobilitazione della Coldiretti che ha portato il Governo Meloni a presentare uno schema di disegno di legge che vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico. Intanto la Ue ha autorizzato l’uso di larve del verme della farina minore, grillo domestico, larva gialla della farina e cavallette in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre. Ma l’orrore a livello globale può arrivare nel piatto sotto varie forme dalla vodka allo scorpione ai vermi all’italiana, dagli scarabei ai grilli alla thai, dallo scorpione dorato agli insetti alla paprika, al sale marino, al curry, dai vermi delle palme al verme gigante, dal millepiedi alla pasta ai grilli, dal misto insetti ai grilli in salsa barbecue. Novità bocciate dal 54% degli italiani contrari agli insetti a tavola, il 24% è indifferente, il 16% favorevole e il 6% non risponde, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè”.
Per il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, “dal nutriscore alle etichette allarmistiche sul vino, il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti non può tradursi in decisioni semplicistiche e ideologiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate ma neanche sull’imposizione ai cittadini di stili alimentari del tutto estranei alla nostra cultura e alla nostra tradizione”.
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