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LA CURIOSITÀ

Dall’enoturismo all’“uva-turismo”? L’idea dei piccoli comuni di Puglia, leader dell’uva da tavola

L’hanno lanciata a “Regina di Puglia”, a Noicàttaro. Da Germania e Francia, prime destinazioni dell’export di uva pugliese, i maggiori turisti
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Dall’enoturismo all’“uva-turismo”?

Da tempo, l’uva si è dimostrata un grande motore per il turismo dei territori che la ospitano, che sia per i paesaggi mozzafiato delle distese dei vigneti, che per il gusto dei prodotti che ne derivano o per mera curiosità. A riprova di questa affermazione, sono molti i dati che confermano il peso dell’enoturismo sui territori di produzione. Come abbiamo riportato su WineNews, gli ultimi numeri delle Città del Vino mostrano come il turismo enogastronomico coinvolge annualmente 15 milioni di persone con budget giornalieri (124 euro) superiori del 13% a quelli del turista medio, per una spesa complessiva di 2,6 miliardi di euro e, secondo Prometeia, il vino, dopo pizza e pasta, si colloca al terzo posto nel mondo tra i prodotti alimentari maggiormente associati al Made in Italy. Questo spiega il grande impegno nella creazione ed organizzazione di eventi volti alla valorizzazione di un prodotto così importante per l’economia, la cultura e l’identità del Belpaese e, sebbene marginalmente per le città maggiori, per il suo turismo. Eppure, in questo breve quadro che abbiamo fornito, sembra che il vero protagonista sia il vino: sarebbe possibile per l’uva da tavola fare lo stesso? Questa è la domanda alla quale il comune di Noicàttaro, nella Puglia leader in Italia nella sua produzione, ha voluto rispondere nell’evento “Regina di Puglia”, nei giorni scorsi, ha fatto il punto, in un convegno dedicato al marketing territoriale, supportato con dati Ismea.
Alla domanda, i dati rispondono in maniera positiva: basti pensare che nel 2023 i turisti nella Regione sono stati 16 milioni (+4% sul 2022), di cui 5 milioni stranieri, con tedeschi e francesi in pole position, i Paesi verso cui la Puglia esporta maggiormente la sua uva. L’Italia, fa sapere l’Ismea, è la terza potenza mondiale e la prima in Europa per questo prodotto con la Puglia che vale il 57% della sua produzione. Numeri importanti, quelli dell’uva da tavola, che è il secondo prodotto ortofrutticolo italiano per export, con un fatturato 2023 pari a 821 milioni di euro, superata solo dalla mela arrivata, ormai, a 916 milioni.
E da “Regina di Puglia” è nata anche la Rete “Terre dell’Uva” che unisce, oltre al comune capofila di Noicàttaro, anche quelli di Rutigliano, Mola di Bari, Castellaneta, Adelfia, Casamassima e Polignano a Mare. La sfida ora è agganciare questo primato pugliese alla grande risorsa regionale del turismo e “Regina di Puglia” potrebbe essere proprio l’occasione giusta, un “evento-pilota per raccontare un prodotto del territorio, con i luoghi dove si raccoglie e si lavora - afferma Stefano Soglia, esperto di marketing territoriale, autore di piani di sviluppo turistico-territoriali, ricerche qualitative, progettazione e project management, in particolare per il turismo enogastronomico ed attivo - già oggi il turismo legato alla scoperta dei prodotti agroalimentari vale il 10% della domanda turistica globale e la Puglia si presta come poche altre regioni a questa ibridazione. L’uva-turismo potrà decollare se i privati ci credono e se intervengono nuove figure e professionalità, ma è indispensabile una risposta a livello di sistema, con istituzioni municipali che guardino avanti e che ragionino in termini di territorio oltre i singoli confini”.

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