Da “salviamo l’agricoltura italiana” ad “agricoltori e consumatori vittime della guerra dei prezzi”, sono solo alcuni dei tanti cartelli affissi nei trattori che, adesso anche in Italia, stanno diventando il simbolo della protesta di chi con la terra vive e lavora. Proteste che hanno paralizzato o comunque fatto sentire la propria voce, in tempi differenti, vari Paesi in Europa, dalla Germania alla Romania fino alla Francia, come abbiamo raccontato in questi giorni, e che ora stanno iniziando anche nel Belpaese, una delle potenze agricole mondiali. Da Bologna alla Calabria, dalla Puglia a Milano, dalle Marche alla Sicilia, la mobilitazione lanciata dal Cra (Comitati Riuniti Agricoli) Agricoltori Traditi si è fatta conoscere nelle strade italiane, una mobilitazione spontanea, partita oggi, ma che “sarà ad oltranza”. Proteste contro i sindacati agricoli, la politica, le banche, l’Europa, contro un “sistema politico che ci sta riducendo in schiavitù e che non è più rappresentativo del popolo e di tutte le sue componenti sociali, produttive e territoriali”, scrive nel Codice Etico, Cra Agricoltori Traditi, aggiungendo anche che le azioni non hanno natura “sovversiva o eversiva”.
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