Domina la Borgogna, com’era facile pronosticare, ma il mercato dei fine wine registra un rallentamento, con i prezzi medi dei dieci vini più costosi del mondo che, negli ultimi 12 mesi, sono cresciuti appena dell’1,52%, contro il +43,9% di un anno fa, guidato dal boom di tre etichette, Musigny e Chambertin di Domaine Leroy (+125,8% e 84,75%) e Musigny di Domaine Georges & Cristophe Roumier (+80,6%), i cui prezzi oggi sono essenzialmente stabili. Che sia la fine del boom dei prezzi degli ultimi anni? Difficile dirlo, ma è certamente il dato più significativo che emerge dalla “The World’s Most Expensive Wines” di Wine-Searcher, la lista annuale dei vini più costosi del mondo, che analizza e mette in fila i prezzi medi di migliaia di etichette, sul mercato con almeno quattro delle ultime dieci annate, e presenti su almeno 5 shop online. L’altra notizia, che purtroppo non sorprende, è che non ci sono italiani tra i primi 50, con tante conferme tra le prime posizioni e qualche piccolo assestamento.
Il vino più caro del mondo, così, è ancora il Romanée-Conti di Domaine de la Romanée-Conti, ad un prezzo medio di 20.405 dollari a bottiglia, seguito sul podio da un altro simbolo della Borgogna, il Musigny di Domaine Leroy (15.680 dollari), e dal re della Mosella, lo Scharzhofberger Riesling Trockenbeerenauslese di Egon Muller (13.558 dollari). Alla posizione n. 4, il Musigny di Domaine Georges & Cristophe Roumier (13-050 dollari), alla n. 5 il Montrachet di Domaine Leflaive (10.100 dollari), seguito alla n. 6 da Montrachet di Domaine de la Romanée-Conti (7.921 dollari). Alla posizione n. 7 lo Chambertin di Domaine Leroy (7.553 dollari), quindi alla n. 8 lo Chevalier-Montrachet di Domaine d’Auvenay (6.616 dollari), seguito da un simbolo dell’enologia Usa come il Sauvignon Blanc di Screaming Eagle (6.070 dollari), alla n. 9, e dal Richebourg di Domaine Leroy (6.006), che chiude la top 10 dei vini più costosi del mondo. Allargando l’analisi ai primi 50 vini in classifica, il dominio della Borgogna è interrotto da ben 11 etichette tedesche, di cui 6 dalla Mosella, la seconda Regione più rappresentata, persino più di Bordeaux, che in classifica ha solamente tre vini: Petrus, Le Pin e Liber Pater.
E l’Italia? Come detto, nessun vino del Belpaese è riuscito ad entrare nella top 50, ma alle etichette tricolore Wine-Searcher dedica una classifica ad hoc, la “Most Expensive Italian Wine” che, al primo posto, mette il Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, online, in media, a 1.083 euro a bottiglia, seguito dal Masseto (678 euro) e dal Brunello di Montalcino Riserva Case Basse di Gianfranco Soldera (627 euro). Dietro, un altro pezzo di storia della viticoltura italiana, il Brunello di Montalcino Riserva di Biondi Santi (491 euro), alla posizione n. 4, seguito dal Barolo Etichetta d’Artista di Barolo Mascarello (426 euro), alla posizione n. 5, quindi il Testamatta Colore di Bibi Graetz (409 euro) alla n. 6. Da sempre tra le etichette più preziose, alla posizione n. 7 ecco il Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice di Avignonesi (406 euro), quindi un’etichetta di nicchia come quella del Barolo Piè Franco Otin Fiorin di Cappellano (394 euro), alla n. 8, giusto davanti al Soì San Lorenzo di Gaja (387 euro), alla posizione n. 9, ed il Barolo Riserva Villero di Vietti (378 euro) a chiudere una top 10 equamente divisa tra Toscana e Piemonte, che dominano le prime 25 posizioni, dove troviamo due sole eccezioni: il Montepulciano d’Abruzzo di Valentini e l’Amarone di Dal Forno Romano.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024