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EARTH DAY 2009: LE API ALLA RISCOSSA NELLA “GIORNATA DELLA TERRA”. LO DICE LA COLDIRETTI

Nonostante l’inverno decisamente rigido, dopo che nello scorso anno si è verificata un riduzione variabile dal 30 al 50 per cento del patrimonio apistico nazionale ed europeo, giungono buone notizie dagli alveari. Lo annuncia la Coldiretti nella Giornata della Terra, e sottolinea come negli incontri di apicoltori di tutta Italia è emersa la sensazione che le famiglie di api, dopo i freddi invernali, siano più forti sul 2008, che ci sia una maggiore presenza di covata e soprattutto che non sembri riscontrarsi alcuna moria di insetti così come avvenuto negli anni passati.
Le api non sono importanti solo per la produzione di miele ma - sostiene la Coldiretti - sono delle vere sentinelle dell’equilibrio naturale globale tanto che la loro scomparsa avrebbe conseguenze disastrose per la salute e l’ambiente perché, secondo una dichiarazione attribuita ad Albert Einstein, “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Infatti - precisa la Coldiretti - l’alimentazione dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l’80%.
Anche se appare prematuro parlare di inversione di tendenza del fenomeno che ha visto decimate in Italia e nel mondo le popolazioni di api, sembra delinearsi - precisa la Coldiretti - un “sentiment” positivo, in considerazione del fatto che valutazioni confortanti sugli effettivi degli insetti vengono anche dalle regioni interessate dalla coltivazione del mais, dove si erano registrate pesanti morie di api.
In attesa di poter disporre di dati certi da fornire al Ministero delle Politiche Agricole, è, comunque, necessario - sostiene la Coldiretti - intensificare la ricerca sulle cause della scomparsa delle api, perché se è vero che, secondo il giornale britannico “The Economist” sono tornate le api tra i mandorli in fiore della California è altrettanto vero che nel Regno Unito - secondo il “Welcome Trust”, importante centro non governativo di ricerca biomedica - la popolazione delle api è diminuita in modo costante (tra il 10 e il 15% in due anni) e un consorzio di cui fa parte lo stesso “Welcome Trust”, il Ministero dell’Ambiente britannico e altri enti, ha stanziato 14,5 milioni di dollari per studiare questa emergenza.
Prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza - spiega la Coldiretti - dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti. Ma le api sono utili anche per la produzione di carne con l’azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme come l’erba medica e il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l’aglio, la carota, i cavoli e la cipolla, si può riprodurre grazie alle api.
Il fenomeno dello spopolamento, comune in molti continenti a partire dagli Stati Uniti e dall’Europa, viene denominato “Colony Collapse Disorder” (Ccd) e ha avuto effetti gravi anche in Italia dove c’è - sostiene la Coldiretti - una popolazione stimata in circa 50 miliardi di api in oltre 1 milione di alveari che offrono un valore del servizio di impollinazione alle piante agricole lungo tutto lo Stivale stimato pari a 2,5 miliardi di euro all’anno.
La produzione totale in Italia, nel 2008, è stimata - conclude la Coldiretti - attorno alle 10.000 tonnellate grazie a 1 milione di alveari, gestiti dai 7.500 apicoltori “professionisti” e moltissimi hobbisti che hanno totalizzato un fatturato stimato in 25 milioni di euro. Gli italiani ne consumano 400 grammi all’anno a testa.

Focus - Il lavoro delle api
- concorrono per l’80% al lavoro di impollinazione;
- l’alimentazione dipende per un terzo da coltivazioni impollinate attraverso lavoro insetti;
- 50 miliardi di api presenti in Italia in oltre 1 milione di alveari;
- l’impollinazione delle colture in Italia ha un valore stimato in 2,5 miliardi di euro all’anno;
- in Italia nel 2008 la produzione è stata attorno alle 10mila tonnellate grazie al lavoro di 7.500 apicoltori “professionisti e molti hobbisti che hanno totalizzato un fatturato stimato in 25 milioni di euro;
- gli italiani consumano 400 grammi all’anno a testa.
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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