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FALERNO DEL MASSICO: SCOPERTI FILARI DI EPOCA IMPERIALE ROMANA. CONVEGNO (CON L’ARCHEOLOGO CRIMACO, IL DOCENTE DI VITICOLTURA LUIGI MOIO, L’AGRONOMO NICOLA TRABUCCO) DI SCENA IL 25 SETTEMBRE NEL MUSEO DI MONDRAGONE

Il Falerno del Massico, vino tra i più noti e apprezzati della Campania, si produceva già all’epoca dell’impero romano. Il fatto, già famoso visto che del Falerno tessevano le lodi Plinio, Marziale, Orazio, Cicerone, ha trovato ulteriore conferma da uno studio sulle tracce fossili di un vigneto emerse su uno dei terrazzamenti antichi alle pendici del Massico.

La scoperta archeologica, effettuata nei lavori di sbancamento della strada panoramica di Falciano del Massico, ha permesso l’individuazione di una serie di filari in cui dovevano essere sistemate le viti per la produzione del Falerno del Massico. Nei solchi, al momento della scoperta, sono stati trovati frammenti di ceramica fine di produzione africana, tipica del mondo imperiale romano.

Il Falerno era il vino più noto, più apprezzato e più costoso dell’antichità: gli antichi romani, che lo avevano in massima considerazione, usavano conservarlo in anfore chiuse da tappi muniti di targhette (“pittacium”) che ne garantivano l’origine e l’annata.

Oggi l’area di produzione è estremamente limitata: comprende solo cinque comuni, tutti in provincia di Caserta. I risultati dello studio saranno presentati il 25 settembre al Museo di Mondragone, diretto dall’archeologo Luigi Crimaco, in un seminario promosso da Agrisviluppo, la società di promozione della Camera di Commercio di Caserta. I lavori prevedono le relazioni scientifiche dello stesso Crimaco, del professore Luigi Moio e dell’agronomo Nicola Trabucco. Il seminario rientra tra le iniziative di “Costiera dei Fiori”, realizzate nei Programmi Regionali Speciali di Marketing Territoriali della Regione Campania.

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