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Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ) chiede di rivedere il documento del Comitato per le politiche e strategie sugli alcolici. “Non combatte gli abusi ma il consumo di alcolici in genere penalizzando anche quello responsabile di vino”

Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ) chiede di rivedere il nuovo documento del Comitato per le politiche e strategie sugli alcolici in discussione in queste ore. C’è preoccupazione nella Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) per la riunione fra i Ministri della Salute dell’Uneione Europea, in corso a Riga.
Verrà discusso un documento redatto dal Cnapa (Comitato per le politiche e strategie sugli alcolici), che intende introdurre nuove strategie di riduzione del consumo di alcol. Con una lettera indirizzata al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la presidente Fivi Matilde Poggi esprime preoccupazione per il documento proposto che non sembra combattere gli abusi nel consumo di alcolici, ma il consumo di alcolici in genere, penalizzando così anche i consumatori responsabili di vino.
“L’attuale politica sugli alcolici di sostenere gli Stati membri nella lotta all’alcolismo - specifica Poggi - ha portato a risultati significativi e dovrebbe continuare con le medesime priorità, aree di azione e strumenti, e non pretendere di cambiare le politiche in corso senza una considerazione sull’effettivo miglioramento che le nuove politiche potrebbero portare”.
Il vino è un prodotto agricolo, ricorda Fivi, e come tale va considerato. “Non si può chiedere - continua la presidente - di ridurre il contenuto in alcol delle bevande, quindi anche del vino, ignorando o non tenendo conto del fatto che quest'ultimo è un prodotto agricolo soggetto a legislazioni specifiche che, a seconda del disciplinare di riferimento, includono il requisito di un contenuto minimo di alcol. Così come non si può chiedere di inserire le informazioni nutrizionali in etichetta senza considerare che non c'è alcuna prova che abbiano influenza diretta o indiretta sugli abusi nel consumo”.
In un contesto in cui i paesi tradizionalmente produttori di vino del Sud Europa vedono un calo continuo dei consumi negli ultimi dieci anni e, ancor più importante, registrano problemi di alcolismo molto inferiori rispetto ai Paesi del Nord Europa, Fivi e Cevi (Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti) hanno messo in atto una strategia atta a sensibilizzare le autorità europee affinché il documento del Cnapa non venga accolto. Le proposte in esso contenute sono infatti incompatibili con la legislazione europea e anche con i regolamenti dell’Ocm, organizzazione comune di mercato.
Cevi (Confederazione europea dei vignaioli indipendenti), di cui Fivi fa parte, è impegnata nel promuovere un bere consapevole e nel combattere la piaga dell’alcolismo e del consumo smodato di alcolici tramite il programma www.wineinmoderation.eu.

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