L’accesso al credito è uno strumento indispensabile per ogni settore produttivo, e anche l’agricoltura italiana, colonna portante dell’economia del Paese con il 15,7% del Pil, ne ha bisogno per rimanere competitiva, per non perdere posti di lavoro e anzi crearne di nuovi. È il messaggio rilanciato al “Forum Futuro Fertile” (Taormina, 26-28 marzo) da Confagricoltura al mondo finanziario.
Secondo la più importante organizzazione delle imprese agricole italiane c’è bisogno di un più stretto dialogo tra le banche e le imprese agricole del Bel Paese - fiore all’occhiello del made in Italy - che hanno bisogno di risorse finanziarie per crescere, specializzarsi, innovarsi ed espandersi sui mercati internazionali. Per questo Confagricoltura auspica la nascita, in tempi brevi, di strumenti creditizi mirati ed innovativi.
L’imprenditore agricolo, inoltre, è una risorsa per il Paese, ma anche per le banche, per le quali può rappresentare addirittura un antidoto alla crisi globale in corso, vista la natura anticiclica del settore primario.
Ecco perché l’accesso ai finanziamenti, nella dovuta misura e a costi accettabili, rappresenta per questo settore, fatto in netta prevalenza da piccole e medie imprese con scarso grado di autofinanziamento, una condizione indispensabile per investire, mantenendo i livelli occupazionali e creando nuove opportunità di lavoro.
Oggi il 27% delle imprese operanti in agricoltura, su un totale di 1,8 milioni, rappresenta il 66% della produzione ed il 71% del valore aggiunto. Ma sono anche aziende che occupano il 90% del lavoro dipendente agricolo in Italia. A loro, secondo Confagricoltura, il mondo del credito deve offrire soluzioni finanziarie ad hoc, perché continuino ad alimentare un comparto produttivo solido e competitivo.
La risposta degli operatori finanziari deve però essere rapida ed efficace, perché c’è un numero crescente di imprese agricole che incontrano difficoltà nel finanziarsi e che si trovano di fronte ad un maggiore irrigidimento da parte delle banche nelle modalità di rilascio dei finanziamenti, che si traduce in certi casi in una preclusione all’accesso ai prestiti ed in altri in un innalzamento dei costi finanziari ed una contemporanea diminuzione della durata dei finanziamenti.
D’altra parte, sottolinea Confagricoltura, il ritorno all’economia reale, a cui tutto il mondo oggi guarda, è il punto cardine da cui si può comprendere come il momento produttivo sia il centro della ricchezza, al contrario di una concezione che per troppo tempo ha considerato esclusivamente il mero scambio. Il comparto agricolo dà alla collettività alimentazione, ambiente e territorio, energia rinnovabile, oltre ad occupare oltre 1.200.000 addetti.
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