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IL TAVOLO

Francia, la filiera del vino convocata al Ministero: nuovi aiuti per il settore contro la grave crisi

Il Ministro dell’Agricoltura, Annie Genevard, elenca altre misure di sostegno. Le richieste dell’Agpv: si parla ancora di estirpazioni
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Il Ministro dell’Agricoltura francese, Annie Genevard

Stanziamento di 5 milioni di euro per coprire i contributi previdenziali dei viticoltori per il 2025, proroga del regime di aiuti per la siccità fino a fine 2026 e 10 milioni di euro destinati al programma di adattamento ai cambiamenti climatici. Sono le misure annunciate dal Ministro dell’Agricoltura francese, Annie Genevard, per dare ossigeno al mondo del vino nazionale dopo che, nella giornata di ieri, ha convocato al Ministero l’industria vinicola francese per un incontro (durato quasi tre ore) molto atteso, considerate le evidenti difficoltà, più volte raccontate da WineNews, che sta attraversando, in linea generale, il più importante produttore enoico in valore del mondo. Dal calo dei consumi sul mercato interno, vini rossi in primis, alle tensioni geopolitiche che scatenano conseguenze commerciali, una situazione difficile nonostante gli sforzi del Ministro in favore dei viticoltori, concretizzati, nell’ultimo anno, con misure come, ad esempio, lo “sradicamento, prestiti agevolati a breve termine, prestiti strutturali garantiti, riduzione dei contributi previdenziali, aiuti di urgenza ai giovani viticoltori, aiuti ai vivai vitivinicoli”, elenca una nota del Ministero. Che ha ribadito, però, un nuovo sforzo, ritenuto necessario, con ulteriori risposte alle richieste del settore in arrivo entro fine mese. Annie Genevard ha informato i presenti anche sulle discussioni che ha avviato con il Commissario Europeo all’Agricoltura Christophe Hansen per mobilitare la riserva di crisi europea per aiutare i viticoltori francesi, attraverso il programma di sradicamento da loro richiesto, oltre alla distillazione delle eccedenze di vino.
“Il settore vinicolo - ha spiegato Annie Genevard - è senza dubbio uno di quelli che affrontano le maggiori difficoltà, un fatto che constato in ogni mia visita. Il mio sostegno ai viticoltori e alle aziende del settore non è mai venuto meno e ho implementato numerose misure a loro favore nell’ultimo anno. Tuttavia, scossa dalle tensioni geopolitiche e da un mercato stagnante, la viticoltura francese continua a soffrire e lo sgomento si diffonde tra i vigneti. Sono pienamente impegnata tra Bruxelles e Parigi per fornire soluzioni concrete e far uscire la nostra produzione vinicola da questa crisi che dura da troppo tempo”.
Un resoconto dell’incontro è arrivato anche dai presenti al tavolo, e, quindi, dall’Association Générale de la Production Viticole (Agpv), che mette insieme realtà come Cnaoc (Confédération Nationale des producteurs de vins et eaux-de-vie de à Appellations d’Origine Contrôlées), Vcf (La Coopération Agricole - Vignerons Coopérateurs), Vignerons Indépendants de France, VinIgp (Confédération des Vins Igp), Fnsea (Fédération nationale des syndicats d’exploitants agricoles), Ja (Jeunes Agriculteurs), Cniv (Comité National des Interprofessions des Vins à appellation d’origine et à indication géographique) e Ifv (Institut Français de la Vigne et du Vin). L’associazione “attende decisioni forti dal Ministero dell’Agricoltura”, dopo aver messo in rilievo una posizione di difficoltà espressa a partire dai numeri. Che parlano di “una produzione stimata per il 2025 a 36 milioni di ettolitri, significativamente inferiore alla media degli ultimi anni, con le aziende che stanno affrontando gravi difficoltà economiche, aggravate dai cambiamenti climatici, dalle pressioni normative e dalle tensioni internazionali. Il morale tra gli operatori del settore è ai minimi storici e ci sono numerosi segnali di preoccupazione”. L’Agpv ha sottolineato “l’impatto della riduzione della produzione e delle condizioni meteorologiche avverse sulla stabilità economica delle aziende agricole. Sebbene i minori volumi abbiano contribuito a prevenire un calo delle scorte nazionali, indeboliscono direttamente le aziende agricole sul campo”. Tra le richieste avanzate, “l’estensione del programma di soccorso per la siccità, il miglioramento degli strumenti assicurativi e la possibilità di utilizzare l’irrigazione laddove è essenziale per la sopravvivenza delle viti”, ribadendo l’importanza del Plan de Filière National “come quadro d’azione comune, per adattare la capacità produttiva, gestire le scorte, stimolare l’innovazione e ripristinare il valore dei prodotti”. A farsi sentire, per la filiera, sono fattori che vanno “al di fuori del suo controllo”, e, quindi, “pressione normativa, aumento dei costi, calo dei consumi e crisi geopolitiche”. Per questo chiede “una leadership politica più forte per accelerare l’attuazione concreta di questo piano”, aggiungendo che “l’industria ha ribadito che le esportazioni sono essenziali per la stabilità del settore, soprattutto in un contesto di calo dei consumi interni”.
Per allineare la produzione alla domanda, è stato chiesto “l’attuazione di un programma di estirpazione da 200 milioni di euro finanziato da fondi nazionali ed europei, che include la possibilità di estirpazione temporanea riservata ai giovani agricoltori, nonché la ripresa della distillazione per smaltire le scorte che stanno avendo un impatto negativo sui mercati, con il potenziale di utilizzarla nella produzione di biocarburanti. Queste misure mirano a prevenire un’altra crisi di sovrapproduzione e a ripristinare un equilibrio sostenibile, dato che, con un raccolto di 36 milioni di ettolitri nel 2025, la Francia è in grado di vendere ciò che produce”. Ma si parla, però, anche di una “situazione di liquidità diventata critica per molte aziende agricole”, tanto che il settore chiede il ripristino, “entro il 1 gennaio 2026, di un regime di consolidamento bancario realmente accessibile, con criteri che lo rendano operativo, nonché il sostegno ai contributi previdenziali al fine di preservare l’attività imprenditoriale, l’occupazione e la vitalità delle nostre aree rurali”.
Infine, il settore “ha espresso preoccupazione per l’incertezza normativa relativa ai prodotti essenziali per la protezione dei vigneti, in particolare il rame, e ha richiesto un quadro stabile per il suo utilizzo. Per quanto riguarda la revisione del disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale (Plfss), ha ribadito la sua ferma opposizione a qualsiasi aumento delle imposte sui vini e sui prodotti a base di vino, nonché a qualsiasi restrizione alla pubblicità”, oltre “all’importanza di sostenere le cooperative e di preservare il ruolo e il bilancio dell’Inao (l’Institut national de l’origine et de la qualité, ndr), da cui dipende la promozione dei marchi di qualità ufficiali”.
Per quanto riguarda l’estirpazione dei vigneti, l’indagine condotta da FranceAgriMer “è stata ritenuta altamente informativa, dato che dei 34.428 ettari interessati dall’estirpazione, l’80% prevede estirpazione parziale. Ciò indica che la misura mira a riallineare il potenziale produttivo delle aziende agricole e non a portare alla chiusura delle attività”.
L’Agpv ha riconosciuto l’ascolto e l’impegno da parte del Ministro dell’Agricoltura, Annie Genevard, sulle decisioni prese. Oltre a quelle già ricordate, l’Agpv cita l’impegno a “riattivare il regime di consolidamento bancario il 1 gennaio 2026, con una revisione dei criteri per renderlo realmente accessibile alle aziende agricole e cooperative più vulnerabili. Inoltre, la nuova versione del regime sarà estesa alle cooperative”. E poi la conferma che il “Plan de Filière National sarà posto al centro delle politiche pubbliche, con un lavoro strategico avviato in occasione delle Conferenze sulla Sovranità Alimentare dell’8 dicembre, che consentirà una fase di arbitrato e decisioni operative. Ha inoltre (il Ministro, ndr) ribadito l’importanza del rame in viticoltura e ha annunciato lavori per garantirne l’utilizzo all’interno di un quadro normativo stabile”, ma anche “il suo impegno per il ruolo dell’Inao, confermando che deve continuare a disporre delle risorse necessarie per difendere i marchi di qualità ufficiali, essenziali per la promozione della produzione francese”.
Il settore, dunque, “accoglie con favore l’attenzione e gli impegni espressi. Tuttavia, sottolinea che la sfida ora risiede nella loro concreta, rapida e misurabile attuazione. Le prossime settimane devono consentire che queste linee guida si trasformino in decisioni che consentano alle aziende di stabilizzarsi, investire e pianificare il futuro”. Attorno al tavolo di Rue de Varenne, il mondo del vino ha lanciato un messaggio deciso: “abbiamo bisogno di un sostegno forte, concreto e sostenibile per la nostra filiera vitivinicola. Gli impegni annunciati sono un passo nella giusta direzione: devono essere seguiti da azioni concrete per evitare disastri economici, ma soprattutto sociali, in tutta la Francia”.

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