Tra i grandi Paesi consumatori di vino, la Germania è forse il più solido e coerente, pur con tutti i suoi limiti: nei primi 11 mesi del 2018, come raccontano i dati Eurostat analizzati dall’Ice di Berlino, le importazioni sono cresciute del +2,2% sul 2017, a 2,38 miliardi di euro, con l’Italia primo fornitore, a 886 milioni di euro (+1,2%), pari ad una market share del 35%, seguita da Francia (629,9 milioni di euro, +3,7%) e Spagna (392,5, +5,9%). Il nodo, in Germania, resta quello di un prezzo medio davvero basso: 1,65 euro al litro, nella media, e addirittura di 1,59 euro per l’Italia, anche se qualcosa, a ben guardare, sta cambiando. Almeno secondo il “German Landscape 2019” di Wine Intelligence, secondo cui i consumatori tedeschi si stanno in un certo senso allineando a quelli di Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia e Giappone, dove si beve meno ma meglio: calano le occasioni di consumo, sia in casa che fuori e, se pur di poco, cresce il prezzo medio a bottiglia. Di conseguenza, cambia l’offerta della vendita al dettaglio, a partire dagli scaffali dei discount, dove accanto alle etichette entry level trovano sempre più spazio i vini premium, che vedono crescere la loro fetta di mercato. Nei supermercati la tendenza è ancora più marcata, con l’offerta di vini locali che si fa sempre più importante, ed a prezzi via via più interessanti.
La fortuna delle produzioni locali, del resto, è frutto di un’altra tendenza globale che sta investendo anche la Germania, quella legata alla ricerca della qualità a pochi passi da casa, ed in questo senso la crescita qualitativa dei vignaioli tedeschi, che oggi producono vini freschi, moderni, di alto livello, ha sicuramente aiutato. Crescendo la qualità, crescono conoscenza e consapevolezza: oggi i wine lover tedeschi hanno una conoscenza profonda delle proprie produzioni, delle differenze tra i diversi territori e delle peculiarità dei propri vini, tanto che tra le regioni produttive preferite dai consumatori sei delle prime dieci sono tedesche. Oltre alla regionalità, ha sempre più rilevanza al momento dell’acquisto un contatto personale con il produttore ed una storia interessante da raccontare, mentre il brand non è, a differenza di altri mercati, un vero punto di riferimento, tanto che, come emerso dal Global Wine Brand Power Index 2019, solo 6 dei 15 marchi di vino più venduti in Germania sono tedeschi. Un aspetto interessante, che potrebbe avere ricadute positive in futuro: non avere un legame troppo forte con i singoli marchi lascia spazio a nuovi prodotti, produttori e persino Paesi. Perché se è vero che i consumi, al di là delle produzioni nazionali, sono legati essenzialmente ai vini di Italia, Francia e Spagna, la Germania, primo importatore al mondo per volumi, è una meta con una certa attrattiva anche per i produttori del Nuovo Mondo, che punteranno forte su promozione ed educational per farsi spazio. Vecchia Europa permettendo ...
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