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Glutine sì o no? L’ostia senza glutine non è valida per la consacrazione, ma un suo contenuto infinitesimale non nuoce alla salute dei fedeli celiaci. L’Associazione Italiana Celiachia (Aic) rassicura credenti, ma chiede più attenzione per i bambini

I fedeli celiaci possono comunicarsi assumendo ostie con quantitativi di glutine adatti ai pazienti e riconosciuti dalla Santa Sede senza rischi per la salute. L’Associazione Italiana Celiachia rassicura i fedeli celiaci chiarendo che, tenuto in considerazione il quantitativo di particola assunta dal fedele, sono considerate idonee al celiaco sia le ostie garantite “senza glutine” (contenuto massimo di glutine di 20 mg/kg) sia le ostie “con contenuto di glutine molto basso” (contenuto massimo di 100 mg/kg).
La “Lettera circolare ai Vescovi sul pane e il vino per l’Eucaristia” recentemente diffusa dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, a firma del cardinale Robert Sarah, ha suscitato non poche preoccupazioni da parte delle persone celiache: vi si legge infatti che le ostie senza glutine non sono valide per la consacrazione. Viene però in seguito specificato che la quantità di glutine può essere infinitesimale, purché ci sia, quindi la disciplina non dovrebbe danneggiare chi soffre di celiachia.
“Il documento non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quanto già noto in tema di eucarestia e presenza di glutine nelle particole”, spiega Giuseppe Di Fabio, presidente dell’Associazione Italiana Celiachia, la quale ha recentemente inviato una lettera al Papa su incarico dell’Aoecs, la Federazione delle Associazioni Celiachia Europee. “Abbiamo indirizzato una lettera al Santo Padre a nome degli oltre 12 milioni di fedeli cattolici nel mondo - aggiunge Di Fabio - la cui terapia prevede la rigorosa esclusione del glutine dalla dieta per tutta la vita: attraverso la nostra istanza chiediamo che in ogni luogo della Terra sia possibile, per il fedele celiaco, accostarsi insicurezza al Sacramento Eucaristico”.
L’associazione chiede insomma un’attenzione particolare nel conoscere coloro che, nella propria parrocchia, sono celiaci, conservando per loro in un contenitore a parte una certa quantità di ostie dedicate. Allo stesso tempo si chiede maggiore attenzione per il momento della prima comunione: nel caso sia presente un bambino celiaco sarebbe necessario, spiega l’associazione, un utilizzo delle ostie per celiaci per tutti i fedeli. “Un nuovo, forte, segnale di normalizzazione per i bambini e i ragazzi celiaci che avrebbero l’opportunità di vivere i momenti fondamentali del loro percorso spirituale, senza conseguenze emotive in seguito alla diversità di trattamento dovuta alla loro condizione”.

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