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ECONOMIA

I prezzi delle materie prime al top da dieci anni (dopo 12 mesi consecutivi di aumenti)

Coldiretti: l’indice Fao cresce del 39,7% su maggio 2020, quotazioni in forte aumento per oli vegetali, zucchero e cereali
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I prezzi delle materie prime agricole

I prezzi dei prodotti alimentari hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi dieci anni, trainati dalle quotazioni in forte aumento per oli vegetali, zucchero e cereali. Emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dell’Indice Fao dei prezzi delle materie prime agricole a maggio 2021, che ha raggiunto il valore massimo dal settembre 2011. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - del risultato di 12 mesi di aumenti consecutivi con l’indice Fao che ha raggiunto un valore medio di 127,1 punti, che costituisce un incremento del 39,7% su maggio 2020. A tirare la volata sono i prezzi internazionali dei cereali, cresciuti del 36,6% sullo stesso mese dell’anno precedente, mentre i prodotti lattiero caseari sono saliti del 28% rispetto all’anno scorso ma va anche segnalato il balzo del 10% nelle quotazioni della carne.

Con la pandemia da Covid - continua la Coldiretti - si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. La paura di non poter soddisfare i bisogni primari come il cibo ha convinto la stessa Unione Europea a lanciare una consultazione pubblica per raccogliere contributi dagli operatori, ma anche dalle autorità e dai cittadini per realizzare un piano finalizzato a conquistare l’autosufficienza alimentare. L’emergenza Covid sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i problemi della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia, che è fortemente deficitaria ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri.

Nell’immediato - sostiene la Coldiretti - occorre però garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle affinché i prezzi riconosciuti alla stalle per latte e carne non scendano sotto i costi di produzioni in forte aumento per effetto dei rincari delle materie prime alla base dell’alimentazione degli animali. Proprio per i ritardi infrastrutturali, in Italia si trasferiscono solo marginalmente gli effetti positivi delle quotazioni sui mercati internazionali, che invece impattano molto più pesantemente sul lato dei costi per le imprese, soprattutto impegnate nell’allevamento, che stanno affrontando una grave crisi. L’aumento delle quotazioni - sottolinea la Coldiretti - conferma che l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro.

“Per cogliere una opportunità unica abbiamo elaborato e proposto per tempo progetti concreti immediatamente cantierabili per l’agroalimentare con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni”, commenta il presidente Coldiretti Ettore Prandini, che invita a non trascurare nel Recovery plan le opportunità che vengono dalle campagne. “Digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari dai cereali all’allevamento, dalla quarta gamma fino all’olio di oliva sono - sottolinea Prandini - alcuni dei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti insieme a Filiera Italia per la crescita sostenibile a beneficio del sistema Paese. Bisogna ripartire dai nostri punti di forza e l’Italia - conclude Prandini - è prima in Europa per qualità e sicurezza dell’alimentazione dove è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero”.

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