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IL 2009 ANNO RECORD DEI RINCARI DEI PREZZI DAL CAMPO ALLA TAVOLA, EMBLEMATICHE LE CAROTE A +1.100%: SECONDO LA DENUNCIA DELLA COLDIRETTI, POCHI CENTESIMI PAGATI AGLI AGRICOLTORI DIVENTANO EURO SUGLI SCAFFALI

La moltiplicazione del 1.100% dei prezzi per le carote conferma che il 2009 si classifica come l’anno record nei ricarichi dal campo alla tavola, per effetto del crollo dei prezzi alla produzione agricola medio del 16%, al quale ha corrisposto un aumento al consumo per gli alimentari (+0,9%), di nove volte superiore al valore medio dell’inflazione. E’ la denuncia dell’“Operazione verità sulla spesa alimentare degli italiani” della Coldiretti, lanciata nella giornata di mobilitazione promossa dalle associazioni dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) a Roma.
Secondo la Coldiretti, i consumatori italiani non hanno potuto beneficiare della forte riduzione dei prezzi agricoli, che rischia invece di provocare l’abbandono delle campagne con il crollo delle quotazioni alla produzione, che nell’ultimo anno sono calate del 71% per le carote, del 53% per le pesche, del 30% per grano e latte fino al 19% per l’uva, secondo le rilevazioni Ismea ad agosto 2009. Significativo è il caso del prezzo del grano riconosciuto agli agricoltori che è oggi molto più basso di quello di 25 anni fa, con le quotazioni che sono scese su un valore di poco superiore ai 14 centesimi al chilo, il 35% in meno sul 1985. Se nel 1985, spiega la Coldiretti, il prezzo del grano era di 23 centesimi al chilo e quello del pane di 52 centesimi, oggi un chilo di grano è venduto al prezzo di 14 centesimi, mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 2,7 euro al chilo, con ricarico di oltre diciannove volte (+1.828%).
Così, secondo la Coldiretti, pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo, con il risultato che è stato quindi un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. Nello specifico, l’aumento è di oltre quattro volte per uva e latte, di oltre cinque per pasta e pesche e di più di sei per la lattuga. Gli italiani spendono 205 miliardi all’anno in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori), che rappresentano ben il 19% della spesa familiare ed è quindi necessario, secondo la Coldiretti, interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica.
La grande distribuzione organizzata (gdo), con una quota di mercato nei generi alimentari che ha raggiunto il 71%, rappresenta, secondo la Coldiretti, “una vera e propria strozzatura nel passaggio degli alimenti dai campi alla tavola”: poche grandi piattaforme di acquisto trattano sul mercato in condizioni di quasi monopolio e, formule contrattuali vessatorie, vendite sottocosto, promozioni civetta (ad esempio sul Parmigiano Reggiano), mettono a rischio le condizioni di competitività della produzione italiana. Per questo occorre che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato verifichi se, come ritiene la Coldiretti, “la Gdo operi in abuso di posizione dominante e con prevaricazione delle centinaia di migliaia di imprese agricole che non hanno nessun potere contrattuale per opporsi a una sorta di diritto di accesso, pagando dazi per l’ingresso sul mercato”. Per la Coldiretti, la Gdo deve assumersi la responsabilità verso i consumatori, in attesa di avere un quadro normativo più chiaro per quanto riguarda le informazioni dell’origine, di adottare comportamenti trasparenti separando sugli scaffali i prodotti autenticamente italiani da quelli ottenuti a partire da materie prime importate. La Coldiretti chiede anche di verificare le condizioni delle nuove autorizzazioni commerciali, riservando scaffali dedicati ai prodotti italiani tipici e territoriali per renderli facilmente riconoscibili e chiaramente distinti: “diciamo no a marchi del falso made in Italy, a pubblicità ingannevoli e occulte, a operazioni commerciali sottocosto che non evidenziano quanto effettivamente viene pagato agli agricoltori e quale è il margine vero della Gdo”.
Il presidente Sergio Marini ha annunciato che la Coldiretti sta accelerando sul progetto per la realizzazione di una filiera agricola tutta italiana, che è diventata un’esigenza per la sopravvivenza stessa delle imprese agricole. “L’obiettivo - precisa Marini - è quello di tagliare le intermediazioni ed arrivare ad offrire attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole prodotti alimentari al 100% italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo. Il prodotto agricolo “100% italiano” firmato dagli agricoltori, sarà offerto - spiega Marini - attraverso la più estesa rete commerciale nazionale che coinvolge i mercati di campagna amica, i punti di vendita delle cooperative, i consorzi agrari, agriturismi e aziende agricole, ma coinvolgerà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare. L’effetto della riduzione dei passaggi e delle intermediazioni con un rapporto più diretto tra agricoltori e consumatori - conclude Marini - garantisce maggiore efficienza per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica”.

I prezzi dei prodotti alimentari dal campo alla tavola
Prodotti - Prezzo produzione - Prezzo consumo - Ricarico campo/tavola Pesche - 0,31 euro/kg - 1,75 euro/kg - 465%
Uva - 0,47 euro/kg - 2 euro/kg - 326%
Lattuga - 0,26 euro/kg - 1,6 euro/kg - 515%
Carote - 0,10 euro/kg - 1,2 euro/kg - 1.100%
Pasta (grano duro) - 0,20 euro/kg - 1,4 euro/kg - 400%*
Pane (grano tenero) - 0,14 euro/kg - 2,7 euro/kg - 1.828%
Latte - 0,30 euro/litro - 1,35 euro/litro - 350%
Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Ismea e Sms Consumatori ad agosto 2009 *La forbice per grano duro/pasta è stata calcolata considerando che sono necessari 1,4 chili di grano per produrre un chilo di pasta

Il crollo dei prezzi alla produzione agricola nel 2009
Carote -71%
Pesche -53%
Grano duro -30%
Grano tenero -33%
Latte -30%
Uva -19%
Fonte: elaborazioni Coldiretti (su dati Ismea ad agosto 2009 su 2008)

Il prezzo del grano è più basso di 25 anni fa (euro al chilo)
1985, 1990, 1995, 2006, 2007, 2008, 2009
Grano - 0,23 - 0,19 - 0,16 - 0,15 - 0,22 - 0,24 - 0,14
Pane - 0,52 - 0,83 - 1,03 - 2,4 - 2,6 - 2,65 - 2,7
Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Camere Commercio, Ismea, Sos Consumatori

Le principali centrali di acquisto della grande distribuzione
Quota mercato %
1 - Centrale italiana (Coop, Despar, Sigma, Il Gigante), 23%
2 - Intermedia (Auchan, Pam, Bennet, Sun, Crai, Lombardini), 19%
3 - Sicon (Conad, Interdis, Rewe), 17%
4 - Gd Plus (Carrefour, Finiper, Agorà), 17%
5 - Esselunga (Esselunga), 9%
6 - Esd Italia (Selex), 9%
7 - Sisa/Coralis (Sisa, Coralis), 4%
Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Federdistribuzione

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