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Il 2017 secondo anno più caldo degli ultimi 138 anni secondo i dati Noaa (National Climatic Data Centre), commentati da Coldiretti: temperature che si fanno sentire in agricoltura, con già 2 miliardi di euro di danni tra coltivazioni e allevamenti

Il 2017 è il secondo anno più caldo degli ultimi 138 anni, e le temperature si fanno sentire in agricoltura. Secondo i dati del National Climatic Data Centre, dipartimento del Noaa - National Oceanic & Atmospheric Administration, che registra le temperature mondiali dal 1880, commentati dalla Coldiretti, la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani è addirittura superiore di 0,91 gradi sulla media del ventesimo secolo: il 2017, afferma la Coldiretti, si è aperto con gennaio che si è classificato a livello globale come il terzo più caldo dall’inizio delle rilevazioni con febbraio, marzo, aprile e maggio che si sono invece classificati tutti al secondo posto, e giugno al terzo posto.
Si tratta della conferma della tendenza al surriscaldamento del pianeta, dopo che nel ventunesimo le temperature annuali hanno fatto segnare per ben cinque volte il record. Gli effetti dell’andamento climatico anomalo di quest’anno danneggiano significativamente le coltivazioni, con già circa 2 miliardi di perdite stimate, provocate ad agricoltura e agli allevamenti, dovuti a siccità, incendi e violenti temporali che si sono abbattuti a macchia di leopardo lungo la Penisola.
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” ha affermato il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “si tratta però di una sfida per tutti che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali e con stili di vita più rispettosi dell’ambiente nei consumi, a partire dalla tavola”.

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