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ECONOMIA

Il fallimento della Silicon Valley Bank getta nello sconforto i produttori di vino della California

L’istituto, dal 1994, ha sostenuto gli investimenti dei viticoltori di Napa e Sonoma Valley, con 4 miliardi di dollari di prestiti
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Il crack della banca di riferimento della viticoltura californiana

Gli Stati Uniti ripiombano nell’incubo del 2008, quando la crisi dei mutui subprime fece crollare il sistema bancario innescando una spirale di fallimenti presto diventata globale, capace di trascinare il mondo nella peggior crisi finanziaria degli ultimi decenni. Tre giorni fa, a seguito del crollo del valore delle sue azioni (-62% nella seduta del 9 marzo, e -66% nelle negoziazioni pre-mercato il 10 marzo) è, invece, fallita la Silicon Valley Bank, che aveva subito una perdita di 1,8 miliardi di dollari sulla vendita di titoli del Tesoro, per il secondo più grande fallimento bancario nella storia americana. Una perdita enorme, con ripercussioni sull’intero sistema bancario e finanziario, come dimostrano i crolli delle Borse europee, trascinate in basso proprio dai titoli bancari. Ma una perdita anche per i viticoltori di Napa Valley, Sonoma e, in generale, della California del vino.

La Silicon Valley Bank, che ogni anno curava un interessantissimo report sullo stato dell’arte e le tendenze del settore (curato da Rob McMillan, vicepresidente esecutivo della Silicon Valley Bank), deteneva molti dei conti personali ed aziendali dei produttori californiani, oltre a sostenerne gli investimenti in vigna ed in cantina e a finanziarie un gran numero di eventi sul territorio.
Secondo il sito web della banca, dal 1994 la Silicon Valley Bank aveva prestato oltre 4 miliardi di dollari all’industria del vino
, con 1,2 miliardi di dollari in prestiti in sospeso, secondo i dati sugli utili del quarto trimestre. Ovviamente, al dispiacere che accompagna la fine di una vera e propria istituzione, si sommano i disagi cui tante aziende dovranno sopperire: conti correnti chiusi, impossibilità di incassare le fatture, così come di pagarne. Sale, nonostante l’annuncio del Governo Usa, che ieri ha confermato la volontà di rimborsare tutti i depositi, la preoccupazione: tenere i conti in ordine, e pagare le bollette, non sarà semplice nelle prossime settimane.

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