Da qualche anno le cronache dei mari italiani vedono un unico protagonista: il granchio blu. Questa specie aliena, originaria delle coste atlantiche del continente americano, ha di recente occupato le acque del Belpaese, creando non pochi problemi, con i danni che questa specie ha provocato ai pescatori italiani che ammontano a 100 milioni di euro, secondo le stime di Coldiretti Pesca. Dopo le prime segnalazioni ufficiali della presenza di questo artropode nei mari tricolori, a metà del Novecento, nel nuovo Millennio la sua opera di colonizzazione delle acque italiane procede in maniera rapida: dal Golfo di Trieste al Mar Adriatico e addirittura il Delta del Po, fino al Mar Ionio ed il Mar Ligure, poi Sardegna e Sicilia per arrivare al Mar Tirreno. Si pensi che, già nel 2021, il granchio blu risulta presente in tutti gli ambienti idonei dei mari italiani spingendosi persino all’interno dei fiumi fino ad una decina di chilometri. Dalla devastazione degli allevamenti di vongole e cozze alla strage di ostriche, telline, altri crostacei e pesci come sogliole e cefali, per un conto che rischia di raddoppiare se non verranno presi provvedimenti per fermare l’invasione del “killer dei mari”, sono i danni di questo crostaceo invasivo, ha detto Coldiretti Pesca, dal Villaggio di Venezia (dove, nei giorni scorsi, è stata allestita un’esposizione delle specie più a rischio), con il Veneto che è la regione più colpita dall’emergenza. I cuochi pescatori ed i contadini di Campagna Amica, nel frattempo, hanno preparato una serie di ricette per valorizzare in cucina il temibile predatore, con la cattura per il consumo che è oggi la soluzione più valida per affrontare il problema.
Il Delta del Po è la zona dove la presenza del granchio blu sta causando i danni più ingenti. A partire dalla primavera 2023 ed a tutt’oggi, sia nel versante veneto che in quello emiliano la produzione di vongole è stata praticamente azzerata, con il predatore in grado di frantumare letteralmente i gusci dopo averli tirati fuori dalla sabbia dei fondali. Devastati anche gli allevamenti di cozze, a partire dalla pregiata Scardovari Dop. Una situazione che minaccia la sopravvivenza nella zona di oltre 2.000 famiglie, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che non possono beneficiarne. Una minaccia mortale per il settore dell’acquacoltura, che è uno dei fiori all’occhiello della pesca made in Italy e che conta su di un valore della produzione di mezzo miliardo di euro, dove la voce più pesante è rappresentata proprio dalle cozze, con le vongole al terzo, senza però dimenticarsi delle ostriche, la cui produzione è in crescita e che stanno diventando un’eccellenza made in Italy. Un comparto che, però, potrebbe acquisire un’importanza sempre maggiore considerato che nel 2022 a livello mondiale, per la prima volta nella storia, l’acquacoltura ha superato la pesca di cattura come principale settore di produzione di animali acquatici, secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) .
Dinanzi al dilagare di quella che viene elencata dalla scienza tra le peggior specie invasive introdotte nel Mediterraneo, con un gravissimo impatto sugli ecosistemi lagunari, e che è oggi solo la “punta dell’iceberg” di una vera e propria catastrofe ecologica, la soluzione è la promozione del consumo di granchio blu, con la creazione di una filiera che coinvolge pesca, grande distribuzione, ristoranti e agriturismi. Proprio a questo fine, al Villaggio Coldiretti di Venezia sono stati presentati alcuni piatti a base di granchio blu creati dalla fantasia dei cuochi pescatori e contadini di Campagna Amica: opportunità che trova d’accordo il 54% degli italiani, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè presentata per l’occasione, tra un 8% che ha già messo nel piatto una pietanza a base di granchio blu e un 46% che sarebbe disposto a farlo, contro un analogo 46%, che non li assaggerebbe. “L’obiettivo - conclude la Coldiretti - è contribuire a contenere l’eccessiva diffusione del granchio, che sta prendendo il sopravvento nei fondali delle nostre coste, individuando opportunità economiche per i territori duramente colpiti.”
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