Nella scala dei valori più considerati dai clienti finali, nel mercato del wine & food (ma non solo), tra i più importanti c’è sicuramente quello della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente. Una questione che significa anche rispettare gli animali allevati per le loro carni, con un trattamento quanto più etico possibile. Una missione per l’associazione francese L214 che, dopo una campagna di oltre tre anni, è riuscita a smuovere il gruppo Ldc (che rappresenta il 40% del mercato francese della carne di pollo) verso il rispetto dell’European Chicken Commitment (Ecc), un insieme di criteri che è il risultato di una ricerca condotta da veterinari ed etologi in collaborazione con 40 associazioni europee per il benessere degli animali. L’obiettivo è porre fine alle crudeli pratiche di allevamento e macellazione dei polli, su tutto il territorio prealpino, entro il 2028. Questa decisione è un primo passo che significherà un cambio di paradigma per i 400 milioni di polli che il gruppo Ldc alleva ogni anno e che coinvolgerà oltre 120 aziende, inviando un segnale forte all’intero settore e a tutte quelle realtà che non si sono ancora impegnate alla riduzione della sofferenza degli animali.
“L’impegno di Ldc non è un traguardo, ma il minimo indispensabile. Parliamo di criteri basilari per cercare di arginare le sofferenze estreme a cui sono sottoposti i polli, la specie più sfruttata e maltrattata dell’intera industria alimentare globale - commenta Matteo Cupi, direttore esecutivo Animal Equality Italia e vice presidente Animal Equality Europa, organizzazione internazionale per la protezione degli animali - è inaccettabile che molte aziende italiane restino ferme, voltando le spalle all’evidenza scientifica e alla crescente domanda sociale di giustizia per gli animali. Il settore avicolo italiano non può più permettersi l’immobilismo: il cambiamento è inevitabile e chi continua a ignorarlo ne avrà la responsabilità morale ed economica”.
I criteri possono riassumersi in una riduzione nella densità di polli per metro quadro che scende dalle 20 unità alle 15, in una predisposizione degli spazi d’allevamento che contempli la presenza di luce naturale, posatoi e oggetti che soddisfino il naturale bisogno di beccare di questi uccelli, nel passaggio ad un nuovo metodo di macellazione che non appenda ai ganci degli scannatoi animali ancora coscienti e nel bandire l’allevamento di polli a crescita rapida, la cui selezione genetica causa loro gravi problemi di salute e sofferenze acute.
Criteri minimi che però possono avere un impatto molto pesante sui polli se si pensa che, secondo uno studio dell’istituto di ricerca sul benessere animale “Welfare Footprint Project”, condotto nel 2022, l’attuazione delle linee guida Ecc porta ad una riduzione stimata del “78% del tempo trascorso dai polli in condizioni di dolore intenso e insopportabile”, tanto che, a partire dall’anno seguente, anche l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha raccomandato la modifica delle condizioni di allevamento. E se molte realtà importanti si sono adeguate alle linee guida ed ai criteri proposti nell’Ecc come, ad esempio, Subway, Alcampo ed Eroski, così come aziende italiane di spessore come Eataly, Carrefour e Cortilia, molte altre “rischiano di rimanere indietro, continuando a condannare i polli a subire gravi sofferenze denunciate anche dalle autorità scientifiche”, spiega l’organizzazione.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025