Ci sono luoghi nell’Italia del vino, in cui i contadini ancora oggi coltivano la vite in terrazzamenti con i muretti a secco e vinificano in casa il loro “vin de caneva” (e si contano sulla punta delle dita: 23), senza remunerazioni economiche, ma solo con uno spirito di tutela del paesaggio e di orgoglio nei confronti del loro prodotto, lungo sentieri che portano a paesi a valle che profumano di polenta e cervo e pizza agricole e raccontano di antiche leggende cimbre: tra questi, c’è la Vallarsa, valle selvaggia e solitaria in Trentino, dove si è scritta la storia lungo il fronte della Grande Guerra, come testimoniano sentieri “della Pace”, cime “degli Eroi” e la “Strada delle 52 Gallerie, tra le Piccole Dolomiti e il Monte Corno Battisti sul Pasubio, dedicato a Cesare Battisti che qui fu catturato il 10 luglio 1916, prima di essere giustiziato, nel tentativo di conquistarne la vetta dagli austriaci, attraverso il dedalo di cunicoli, trincee e postazioni di artiglieria, in cui fu combattuta la Prima Guerra Mondiale. Tra storia, identità e agricoltura, è lo sfondo di “98 Terrazze”, progetto di territorio per il recupero dei terrazzamenti storicamente vitati, patrimonio rurale della valle, con “capofila” la Proloco e che mette insieme contadini e abitanti, partito nei giorni scorsi da Valmorbia nel cuore della valle, con la “posa” della prima pietra all’inizio di un nuovo muretto - rigorosamente a secco - che attende trepidante di crescere e dare vita a nuovi terrazzamenti, definiti dallo scrittore e giornalista Alberto Folgheraiter “un pentagramma di muri a secco che disegnano i fianchi della montagna per trattenerne la terra dell’autoconsumo”, attraverso interventi di restauro conservativo da destinare all’allevamento di varietà storiche di vite, con l’ambizione di produrre un vino locale frutto della partecipazione e delle abilità della comunità.
La Proloco si dedica da anni nel tentativo di recupero di una storia che ha contribuito per secoli a forgiare l’identità delle genti di Vallarsa. Una storia affossata e dimenticata che nell’ultimo secolo ha cambiato la percezione di ciò che siamo. Dopo un lavoro decennale, con il contributo di storici, saggisti, antropologi e ricercatori, ma anche grazie al confronto con vignaioli di altri territori, dalla Valtellina alla Val Venosta, alla Val di Cembra, che hanno visto questi terreni e ne hanno compreso e condiviso le potenzialità, questa storia sta ora tornando ad emergere con forza grazie al vino, e anche WineNews vuole contribuire a raccontarla.
Il progetto “98 Terrazze” proseguirà nel corso dell’anno, nella riconquista di appezzamenti di terreno, oramai acquisiti dal bosco. L’appuntamento è per il prossimo anno, o ancor prima alla vendemmia, in un’idea di recupero collettivo di alcuni dei 98 terrazzamenti della valle, con la convinzione che attraverso un altro concetto di agricoltura sia possibile dare una nuova ed attuale prospettiva alla civiltà contadina montanara, prima che si tramuti in una storia muta.
Il processo agricolo montano considera le economie di scopo e non di scala, tutelando la salute del terreno e di chi ci vive, valorizzando i saperi e le culture locali, le tecniche tradizionali e il mantenimento del paesaggio storico frutto di orme di storia e di natura. E questo sarà l’obiettivo di un nuovo progetto agricolo per la Vallarsa, con uno spirito di condivisione che è tipico della cultura contadina delle generazioni passate.
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