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VINO E CULTURA

Il “Rome - Symposium” by “The Wine Advocate”, per ragionare di sostenibilità, viticoltura e futuro

Tra grandi vini e produttori come Antinori, Gaja, Fontodi, Burlotto e Tenuta San Guido, e la cucina di Heinz Beck, con la regia di Monica Larner

Un “simposio”, nel senso classico del termine, con grandi vini nel calice, ed i loro produttori, per ragionare insieme, intorno al vino, di temi importanti come il cambiamento climatico, la biodiversità, e sul futuro stesso della viticoltura italiana, in un’epoca di grandi cambiamenti, sotto ogni aspetto. È questo il senso più vero del “Rome - Symposium” firmato da “Robert Parker Wine Advocate”, di scena a Roma, il 7 novembre, al Waldorf Astoria Rome Cavalieri, con la regia di Monica Larner, firma per l’Italia di una delle più autorevoli pubblicazioni mondiali sul vino, che vedrà protagonisti i vini di grandi cantine e produttori del Belpaese come Comm. G.B. Burlotto, dalle Langhe del Barolo, con Fabio Alessandria, Fontodi, dal Chianti Classico, con Giovanni Manetti, Gaja, ancora dalle Langhe del Barbaresco, con Gaia Gaja, Marchesi Antinori, riferimento del vino di Toscana e non solo, con Albiera Antinori, e la Tenuta San Guido, culla del Sassicaia, da Bolgheri, con Priscilla Incisa della Rocchetta.
Prima in “solitaria”, con una masterclass che vedrà nel calice vini come il Chianti Classico Gran Selezione Pastrolo 2020 di Fontodi, il Tignanello 2018 della Marchesi Antinori, il Sassicaia 2019 della Tenuta San Guido, il Barbaresco Sorì Tildìn 2021 di Gaja, ed il Barolo Monvigliero 2019 di Comm. G.B. Burlotto. Poi, in abbinamento con i piatti pensati ad hoc per l’occasione da Heinz Beck, chef del tristellato Michelin “La Pergola” del Waldorf Astoria Rome Cavalieri, per esaltare vini come il Cervaro della Sala 2018 del Castello della Sala di Antinori, il Flaccianello della Pieve 2016 di Fontodi, il Barolo Cannubi 2016 di Comm. G.B. Burlotto, e poi, in formato magnum, un grande bianco di Gaja, il Langhe Alteni di Brassica 1992, ed un vino mito assoluto come il Sassicaia 1985 della Tenuta San Guido.

Grandi vini e grande cucina, che cristallizzano anche la collaborazione, pur seguendo percorsi indipendenti, tra “The Wine Advocate” e la “Guida Michelin”, da qualche anno entrambi di proprietà al 100% del gruppo Michelin. “Ma il momento più importante sarà proprio quello del Simposio, il seminario-masterclass (nel pomeriggio, dalle ore 16, ndr), dove attraverso vini eccezionali, con i produttori, parleremo di tanti aspetti”, spiega, a WineNews, la stessa Monica Larner. “Parleremo di come questi produttori lavorano per mantenere l’identità dei loro vini, la classicità italiana, che va oltre le mode ed i tempi, di vini “pieni di anima”, pur dovendo affrontare il cambiamento climatico, che cambia le carte in tavola fin dalla gestione del vigneto. Che, in generale, si scopre più fragile, più minacciato da malattie come il mal dell’esca, che, negli ultimi anni, è tornato molto presente in Italia. Ma parleremo anche di come si mantiene o si migliora la vitalità dei suoli, di pratiche agronomiche, di tipi di allevamento della vite, di sesti di impianti, della differenza tra vigneti più vecchi e più giovani, tra cloni nuovi e tradizionali, di come si sta tornando a coltivare altre colture insieme alla vite e così via. E spero di poter invitare tra il pubblico anche qualche produttore di altre zone italiane, come la Sicilia, per esempio, che, da tempo, sta affrontando una criticità come la grande siccità”.
“In ogni caso - spiega ancora Monica Larner, firma per l’Italia di una delle più autorevoli pubblicazioni mondiali, “Robert Parker Wine Advocate” - sarà una conversazione che vuole ricordare proprio il simposio dell’epoca classica, dove, intorno al vino, si condividevano pensieri e visioni: un nome non casuale, come non lo è la scelta di Heinz Beck come chef, visto che, da anni, lavora anche nella sua cucina intorno a temi come la sostenibilità e la salubrità di quello che mangiamo”.

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