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IL SOLE 24 ORE

Toscana capitale degli enoturisti ... Tra cantine e vigneti. Sono 2,6 milioni gli italiani che viaggiano regolarmente alla ricerca del buon bere e 7,5 milioni gli occasionali... I numeri, al momento, restano rilevanti. Con oltre 20 milioni di italiani che hanno dichiarato esperienze enoturistiche e 7milioni e mezzo che hanno partecipato attivamente almeno a 4-5 eventi turistici associati a iniziative enogastronomiche. Di questi, sono 2,6 milioni quelli che si autoproclamano esplicitamente turisti del vino. Individui rappresentati in prevalenza da maschi in età adulta (seppure con una buona partecipazione di giovani e donne) e residenti in maggioranza nelle regioni del Centro-Nord. A fornire la radiografia del settore è l’Osservatorio sul turismo del vino, giunto quest’anno alla sua ottava edizione. Nell’ultimo Rapporto annuale, curato dall’Associazione nazionale Città del vino e dal Censis servizi, emerge uno spaccato di dimensioni ragguardevoli, oltre che eclettico e evolutivo. Che non delimita il turismo enogastronomico a un cluster di appassionati del settore, promuovendolo, al contrario, al rango di fenomeno di tendenza, con potenziali di sviluppo che appaiono ancora significativi. Da un sondaggio effettuato su un campione di 2mila soggetti maggiorenni, rappresentativi della popolazione italiana, è emerso che circa 2 milioni di individui, pur dichiarando di non aver ancora avuto esperienze di turismo enogastronomico, sarebbero intenzionati a visitare in futuro cantine e vigneti, strade e musei del vino. Tutto sta nel verificare, affermano i più scettici, che l’intenzione dichiarata si concretizzi in atteggiamenti concreti. Per quanto attiene ai risultati economici, questo turismo - secondo quanto si evince anche da una ricerca del sito www.winenews.it - registra, nonostante la crisi, una sostanziale tenuta, con un volume d’affari stimato attorno ai 3 miliardi di euro. Ma uno “sboom”, in assenza di adeguati investimenti, potrebbe in effetti essere dietro l’angolo. Per sostenere il settore due i driver ritenuti essenziali: il territorio, da tutelare e valorizzare con politiche e strumenti, quasi tutti nelle mani delle amministrazioni locali, e la comunicazione, in grado di innescare, anche attraverso l’apporto dei new media, reazioni positive. In Italia si contano attualmente 142 strade del vino; con la classifica regionale che vede in posizione di testa la Toscana, seguita da Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia e Campania. Il primato toscano emerge anche dalla “Top-5” delle destinazioni indicate dagli enoturisti intervistati dal Censis, che assegnano il secondo piazzamento al Piemonte e promuovono in terza posizione il Veneto, davanti a Umbria e Puglia. A fine maggio è atteso intanto l’avvio dell’edizione 2010 di Cantine aperte, manifestazione che nell’evento autunnale Frantoi aperti ha un suo omologo nel settore olivicolo. Sono oltre un milione, secondo il Movimento turismo del vino, gli enonauti, in prevalenza giovani, che partecipano all’appuntamento. Più di mille le cantine coinvolte. Con una forte motivazione a migliorare, investendo sulla capacità ricettiva e sulla qualità dell’accoglienza.

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