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IMPORT USA, LA PRIMA METÀ 2009 CONFERMA LA TENDENZA: QUANTITÀ IN SU’ DEL 22%, MA IL VALORE CROLLA DEL 13%. IL NUOVO MONDO CONQUISTA QUOTE DI MERCATO, GRAZIE ALLO SFUSO, CON L’AUSTRALIA AL PRIMO POSTO. PER L’ITALIA -7,9% IN QUANTITÀ E -18,9% IN VALORE

Italia
Il ponte del vino tra Italia e Usa nella fantasia del vignettista Emilio Giannelli

Le importazioni di vino negli Stati Uniti continuano a crescere in quantità ma a diminuire in valore, soprattutto per il massiccio incremento di vini sfusi da Australia e Sud America, al prezzo per litro che varia dal mezzo dollaro al dollaro: è la tendenza del prima semestre 2009, confermata dagli ultimi dati dell’Italian Wine & Food Institute di New York.

Il +22% in quantità e il -13,1% in valore, sulla prima metà del 2008, parlano chiaro: in America non si rinuncia a bere vino, ma si punta decisi sul low cost. E l’Italia enoica, come tutti gli altri competitor europei, perde posizioni: -7,9% in quantità e -18,9% in valore (979.700 ettolitri per 466,92 milioni di dollari, contro 1.063.770 ettolitri e 575,92 sullo stesso periodo 2008). Unica consolazione per il Belpaese è che, tolto lo sfuso, l’Italia rimane il primo fornitore di vino in bottiglia degli States, anche se in generale la quota di mercato è scesa dal 31,9% al 24,1%, contro quella dell’Australia, oggi al primo posto, salita dal 24% al 30,6% (con 1.241.870 ettolitri per 275,62 milioni di dollari).

Da segnalare il crollo delle importazioni di vino sfuso tricolore, passate dagli 82.730 ettolitri del gennaio-giugno 2008, ai 51.430 ettolitri del 2009, che si sommano alle difficoltà commerciali previste da più parti per il mercato interno. E, se da un lato, è tutto il Nuovo Mondo del vino a far segnare performance positive in quantità e valore (dal +31,2% e +32,6% dell’Argentina, al +138,8% e +41,4% del Cile, arrivato a 582.060 ettolitri per 113,77 milioni di dollari), è tutta la Vecchia Europa a segnare pesanti battute d’arresto: per la Francia -6,5% in quantità e -29,8% in valore (373.010 ettolitri per 315.28 milioni di dollari, contro i 399.010 ettolitri per 449,29 milioni di dollari di gennaio-giugno 2008), per la Spagna -6,9% e -22,8%, per la Germania del -7,7% e -21,6%.

Nella nota dell’Italian Wine & Food Institute anche le variazioni dei prezzi medi all’origine: 8,45 dollari per i vini francesi (sui 11,26 dollari, del gennaio-giugno 2008); 4,77 dollari per gli italiani (contro i 5,41 dollari); 2,58 dollari per i vini argentini (contro i 2,55 dollari); 2,22 dollari per i vini australiani (contro i 3,53 dollari); 1,95 dollari per i vini cileni (contro i 3,30 dollari).

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