02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
IL DIBATTITO

In Europa si tornano a demonizzare alcol e vino. Federdoc contro la campagna di Eurocare

Al Parlamento a Strasburgo una mostra con immagini di bottiglie (e il “Bacco” di Caravaggio) che mettono in relazione diretta consumo e cancro
alcol, CAMPAGNE ANTIALCOL, EUROCARE, FEDERDOC, HEALTH WARNINGS, Parlamento Europeo, SALUTE, UE, Mondo
La campagna di Eurocare al Parlamento Europeo contro il consumo di vino e alcol

Un tema che puntualmente ritorna e che non trova un equilibrio tra informazione ed allarmismo, tra prevenzione dell’abuso e cultura di un consumo moderato propria di un prodotto, il vino, che non ha età e che rientra nelle nostre radici (ed in quelle di molti Paesi europei) più profonde. Il vino, già nella Bibbia, veniva citato come simbolo di vita, ma si metteva anche allora in guardia su un uso eccessivo (e quindi nocivo) della bevanda, ponendo, di fatto, l’accento sull’importanza del valore quantitativo. Sono passati secoli, ma ancora il mondo si divide tra “pro” e “contro” il vino e gli alcolici in generale, una spaccatura anche ideologica, per non dire politica (senza dimenticare gli studi internazionali con posizioni diverse) e che sembra accentuarsi con il dilagare del salutismo. Proprio in questi giorni la polemica è tornata a riaccendersi. Al centro della questione c’è la richiesta dell’obbligo di porre in etichetta, in modo esplicito, il contenuto presente nella bottiglia, in termini di ingredienti, ed un messaggio dei rischi non dell’abuso, ma del consumo, reso più forte agli occhi dei consumatori dagli “health warnings”, le cosiddette etichette salutistiche che già da tempo hanno provocato un “terremoto” nel mondo degli alcolici, come si ricorda per il “caso Irlanda”, Paese che si è dichiarato favorevole alla presenza sull’etichetta di tutte le bevande alcoliche, di messaggi allarmistici sugli effetti dei prodotti alcolici sulla salute umana. Il dibattito è ripartito in occasione della Settimana europea di sensibilizzazione sui danni legati all’alcol (Awarh24, 3-6 dicembre), una campagna, gestita da Eurocare (una alleanza di Ong che lavora sull’analisi delle politiche dell’Ue e sul sostegno alla riduzione dei danni legati all’alcol in Europa) insieme ad altre realtà, e caratterizzata da uno stand espositivo interattivo nell’edificio principale del Parlamento Europeo (a Strasburgo, ndr). Ma, tra le immagini esposte, una in particolar modo, che riporta una bottiglia di vino con l’immagine del “Bacco” di Caravaggio ed il riferimento diretto al fatto che il “consumo di alcol causa il cancro al seno”, ha fatto discutere ed intervenire in difesa di uno dei prodotti simbolo del made in Italy, la Federdoc, l’organizzazione che riunisce la quasi totalità dei Consorzi del vino italiano.
“La Federdoc unitamente ad Efow - Federazione Europea dei Vini ad Indicazione Geografica - esprime la propria preoccupazione sul contenuto della cartellonistica esposta durante la Settimana europea di sensibilizzazione sull’alcol 2024, inaugurata il 3 dicembre nella sede del Parlamento Europeo. I cartelloni esposti presso il Parlamento Europeo e visibili fino al termine dell’iniziativa, raffigurano una bottiglia di vino la cui etichetta riporta ingredienti non utilizzati nei prodotti vitivinicoli, come l’etanolo, in quanto non ammessi e contemplati dalla disciplina vigente. In aggiunta, per promuovere la campagna, sulla stessa etichetta è stata riprodotta l’immagine del “Bacco” di Caravaggio utilizzato proprio dal Ministero dell’Agricoltura lo scorso Vinitaly per rappresentare il legame esistente nel nostro Paese tra vino e cultura”. Il presidente Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, ha aggiunto che “non è accettabile che una campagna di comunicazione, finanziata dall’Unione Europea e dall’Ufficio Regionale Europeo dell’Oms, offra ai consumatori una comunicazione così fuorviante sul prodotto vino rappresentandolo come il frutto di ingredienti non ammessi dalla disciplina europea. Il settore vino per giunta rappresenta ad oggi l’unico settore, tra le bevande alcoliche, che, a livello europeo, si è dotato di regole di etichettatura sugli ingredienti, calorie e valori nutrizionali proprio al fine di informare i consumatori in maniera corretta e di dimostrare la sua trasparenza forte della qualità e salubrità dei propri prodotti”. Immagini che non hanno lasciato insensibile nemmeno la politica con l’eurodeputata della Lega, Silvia Sardone, che, in un video su Instagram, ha parlato di “criminalizzazione del vino in Europa”, rimarcando l’assenza di considerazione di fattori come la “quantità usata dai consumatori” e la “qualità dei prodotti”.
Nella spiegazione dell’evento viene riportato che “la campagna di quest’anno mira a sensibilizzare i membri del Parlamento Europeo, i politici e le altre parti interessate sull’etichettatura degli alcolici e sul diritto dei cittadini a sapere cosa c’è nella loro bevanda alcolica, riconoscendo il loro diritto a fare scelte sanitarie informate. Attualmente - scrivono i sostenitori della campagna - le bevande alcoliche rimangono l’unico prodotto di consumo nell’Unione Europea esente dall’etichettatura obbligatoria degli ingredienti e dei valori nutrizionali”.
Eurocare ha spiegato di essere “diventato un partner riconosciuto nel campo delle politiche sull’alcol, collaborando con la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, le rappresentanze permanenti, l’Ocse e l’Organizzazione Mondiale della Sanità” ricordando, ancora, che “è stato partner e leader in diversi progetti finanziati dall’Unione Europea” anche se, come si nota nella scritta apparsa nell’ultima pagina del documento “Alcohol Labelling & Health Warnings”, sotto l’immagine ora contestata, “le opinioni espresse non necessariamente riflettono quelle dell’Unione Europea”. La posizione di Eurocare, organizzazione internazionale senza scopo di lucro registrata in Belgio, “sull’etichettatura dei prodotti alcolici è semplice e diretta. I prodotti alcolici dovrebbero fornire informazioni nutrizionali e sugli ingredienti in linea con altri prodotti venduti ai consumatori, ed i consumatori dovrebbero essere informati dei principali rischi per la salute dei prodotti che hanno un impatto sostanziale sulla salute e sul benessere dei cittadini dell’Ue”. Una battaglia portata avanti da tempo considerato che “l’esenzione dei prodotti alcolici dagli obblighi di etichettatura dura ormai da quasi 50 anni. Ci sono stati esempi di buone pratiche da parte di singoli produttori e rivenditori, ma sono stati molto pochi e rari. I settori del vino e degli alcolici hanno registrato risultati particolarmente negativi, con il 97% dei prodotti di vino e oltre il 75% dei prodotti alcolici che non riportano informazioni sugli ingredienti”. Sempre mel dossier “Alcohol Labelling & Health Warnings”, Eurocare afferma anche che “è evidente che i settori più potenti dell’industria degli alcolici si oppongono a fornire informazioni ai consumatori. Il principale ostacolo al progresso sono state le loro azioni volte a negare e sminuire gli effetti dell’alcol”.
La convinzione, pertanto, è che “non esiste un livello di consumo sicuro scientificamente determinato per quanto riguarda i rischi di cancro”, una definizione che però sembra disinteressarsi ai valori culturali, ambientali e sociali che appartengono al vino e che sono i pilastri della campagna europea in favore della Dichiarazione VITÆVINO. Un’iniziativa che sostiene “il riconoscimento del consumo responsabile e moderato di vino nell’ambito di uno stile di vita sano ed equilibrato” e che ha trovato l’adesione di otto Paesi del Vecchio Continente: Italia, Austria, Francia, Germania, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna. Il dibattito intanto continua, e il mondo del vino lo guarda con più di una preoccupazione.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli