Se Bordeaux ha iniziato ad espiantare oltre 9.000 ettari di vigneti che producono i vini meno pregiati, incapaci di trovare mercato a prezzi remunerativi, e l’interprofessione francese parla senza mezzi termini di 100.000 ettari di vigna da eliminare (su 747.000 totali in produzione, ndr) nei prossimi anni per riequilibrare domanda e offerta e sostenere i prezzi dei vini, non stupisce troppo che di fatto, in Francia, non si facciano più nuovi vigneti o quasi.
I produttori del Paese non sfrutteranno, infatti, neanche lontanamente a pieno la quota dell’1% di aumento annuo delle superfici dei vigneti prevista dal Regolamento Ue, tanto che, nel 2024, è prevista una crescita della superficie vitata di appena il +0,37% con nuovi impianti, pari a 3.100 sui 5.400 del 2023. Secondo la rivista on line Vithispere, giovedì 11 gennaio, il Consiglio specializzato del vino di FranceAgriMer, ha votato, nel cda, le proposte di limitazione delle superfici di autorizzazione per i nuovi impianti proposte dalle zone viticole.
Con una superficie totale di 1.994,2 ettari per i vini a denominazione (Aop), ed il resto a Indicazione Geografica Protetta (Igp) e Vini di Francia (Vsig), la quota nazionale per il 2024 è molto inferiore a quella del 2023 che ammontava a 5.394 ettari. Meno della metà dei +6.598 ettari del 2019, e dei 6.443 ettari del 2020. Un cambiamento di rotta brusco, che è più di un segnale.
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