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LE ULTIME RILEVAZIONI

Inflazione stabile nel carrello della spesa: aumenta la frutta fresca, giù i “lavorati”

Prezzi al consumo, dati provvisori by Istat: secondo le stime preliminari, a maggio 2024 si mantiene allo stesso livello di aprile (0,8%)
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Crescono i prezzi della verdura fresca

Non c’è dubbio che, nella quotidianità, uno degli aspetti che pesa di più sul bilancio famigliare è legato al prezzo del carrello della spesa. Lo abbiamo visto più volte, negli ultimi periodi, di come anche l’effetto inflazione sia riuscito a cambiare le abitudini di acquisto dei consumatori, sempre più sensibili alle offerte. Non ci sono, però, novità sostanziali sui prodotti che acquistiamo, a livello generale, anche se, nelle categorie singole, qualche mutamento si trova. Secondo le stime preliminari pubblicate dall’Istat, a maggio 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese precedente. Venendo al comparto “food”, risultano in rallentamento i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +2,5% a +2,1%) e quindi quelli che sono il risultato di un processo di trasformazione industriale. È il caso, ad esempio, di succhi di frutta, insaccati e prodotti surgelati. Al contrario, invece, salgono leggermente quelli dei beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,3%) la categoria che abbraccia carne fresca, pesce fresco, verdura e frutta fresca.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +2,3% a +2,0%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto restano stabili (a +2,6%). L’aumento congiunturale (maggio 2024 - aprile 2024, ndr) dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,5%), dei beni energetici regolamentati (+1,2%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,0%). L’andamento dei prezzi dei beni riflette, in primo luogo, l’evoluzione dei prezzi del beni alimentari, da +2,4% a +2,2% (variazioni tendenziali, ndr), +0,7% da aprile; in special modo dei prezzi degli alimentari lavorati, in sensibile decelerazione su base tendenziale (da +2,5% a +2,1%; +0,2% il congiunturale). Sale, al contrario, sebbene moderatamente, il tasso di crescita a perimetro annuo dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,3%; +1,5% rispetto al mese precedente), come sintesi dell’accelerazione dei prezzi di frutta fresca e refrigerata (da +5,0% a +6,3%; +6,2% il congiunturale) e del rallentamento di quelli dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +0,4% a +0,2%; +1,3% sul mese), riporta l’Istat.
“A maggio - è il commento dell’Istat - secondo le stime preliminari, l’inflazione si mantiene allo stesso livello di aprile (0,8%). La stabilizzazione del ritmo di crescita si deve principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari lavorati (+2,1% da +2,5% di aprile)
e di alcune tipologie di servizi (di trasporto e relativi all’abitazione), i cui effetti compensano l’affievolirsi delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore energetico, dove i prezzi mostrano un profilo tendenziale in netta risalita, pur restando su valori ampiamente negativi (-11,7% da -12,1% del mese precedente). La dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” continua la sua discesa (+2,0% da +2,3%), come anche l’inflazione di fondo, che si attesta al +2,0% (da +2,1%)”.

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