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COLLEZIONISMO

Investimenti in “passion assets”: fiducia (anche) nel vino, tra basso rischio e rendimento elevato

Gli atout del sondaggio tra investitori ed advisors firmato dallo studio londinese Fladgate. Con il 34% dei collezionisti che già investe in vino
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Investimenti in “passion assets”: fiducia (anche) nel vino (ph: Wirestock su Freepik)

Gli investimenti nei cosiddetti “passion assets”, che comprendono arte, orologi, gioielli, auto d’epoca e vino, oggi, valgono il 19% del totale del portfolio degli investitori. Che investono il loro budget soprattutto in asset tradizionali come azioni, bond e fondi pensione (31%), proprietà immobiliari (26%) e altri investimenti alternativi come commodities, hedge fund e così via (24%). Eppure, già più di 1 investitore su 3, investe nelle sue passioni, ed il vino, in questo senso, sembra avere grandi prospettive. Almeno secondo i risultati di un sondaggio di Fladgate, studio legale di consulenza di Londra, che ha investigato 300 investitori (più o meno equamente divisi per fasce di investimento, fino a 250.000 sterline, tra 250.000 e 1 milione, quelli 1 milione di sterline) e 170 advisor. Ebbene, guardando al vino, il 34% degli investitori sta già investendo in vino, categoria che è dietro, tra le altre cose, a gioielli e orologi (63%) ed arte (35%), ma davanti ad auto (32%), whisky (29%), ma anche Nft (25%), che hanno dominato le cronache del collezionismo degli ultimi anni.
Inoltre, emerge come un 26% dei collezionisti abbia già investito in vino, in passato, ma anche che c’è un 39% che, ancora, non lo ha mai fatto. Ma quella degli investitori in vino è una platea destinata a crescere, anche perchè, nei prossimi 5 anni, per oltre il 50% degli advisor, il settore enoico sarà un settore a basso rischio di perdite, e per oltre il 43% avrà anche un rendimento elevato; e, infatti, secondo gli advisor, nei prossimi 5 anni, il 26% dei loro clienti investirà sicuramente in vino, il 49% lo farà con buona probabilità, mentre solo un investitore su quattro non prenderà in considerazione questa opportunità.

Una prospettiva interessante, dunque, e di fiducia nel lungo termine, almeno per le più grandi etichette di vino del mondo, soprattutto se analizzata alla luce di un anno negativo, dopo anni di crescita tumultuosa, per gli investimenti in vino, come testimonia l’andamento degli indici del Liv-Ex, piattaforma di riferimento in materia, che registra perdite robuste da inizio anno. Per il Liv-Ex 100, indice-guida della piattaforma, il dato di settembre si ferma a -10,3% da inizio 2023, e -11,3% negli ultimi 12 mesi (anche se il dato resta positivo, a +19%, guardando agli ultimi 5 anni, ed a +3,3%, negli ultimi 2 anni).

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