Il suo nome è diventato famoso, in Italia, da quando, qualche settimana fa, il “suo” Bottled Asset Fund ha acquistato, con un’operazione realizzata sul mercato, 7.000 bottiglie di Brunello di Montalcino Biondi Santi, con annate che vanno dal 1945 al 1975 (e con centinaia di bottiglie delle mitiche annate 1955 e 1964), il cui valore è stimato in 4 milioni di euro. Ma Sergio Esposito, che è anche Ceo di Italian Wine Merchants, uno tra i più famosi rivenditori e consulenti di vino italiano negli Stati Uniti, nel mondo del vino ci lavora da tanti anni, ed è convinto che per il Belpaese stia arrivando il tempo di competere con i grandi vini francesi in un territorio che ad oggi, come dicono spesso i risultati delle grandi aste internazionali, vede la Francia dominare incontrastata, ovvero quello dei vini dai investimento. “La qualità del vino italiano nel mondo è riconosciuta - spiega Esposito a WineNews - ma il suo valore come investimento no, e questo soprattutto perché i produttori fanno poche bottiglie di grandissimi vini, e vendono tutte le annate, e non si trovano tanti casi, in giro, di grandi bottiglie perfettamente conservate che dimostrano la capacità di invecchiare nel tempo. Cosa che hanno i francesi che, per esempio, a Bordeaux, producono anche 35.000 casse dei vini più importanti, mentre in Italia di solito siamo su 10-20.000. E poi hanno il marketing che crea una notizia ogni volta che una di queste grandi bottiglie viene stappata o battuta all’asta. Ma sono convinto che anche in Italia ci siano vini capaci di invecchiare 50, 70 anni e anche di più. E la mia intenzione è quella, attraverso il fondo, di portare capitali in Italia per comprare partite importanti di vini top direttamente dai produttori, in cantina, dove c’è la certezza di una perfetta conservazione e dove si registra il prezzo di acquisto, che poi diventa affidabile e riconoscibile nel mercato del trading e del commercio. Quello che ho fatto, è solo l’inizio di un progetto a lungo termine”. Di cantine e vini sotto la lente di ingrandimento già ce ne sono, ma Esposito non si sbilancia. Sui territori, invece, sì: “Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana, ma anche il Sud con vini come il Taurasi”.
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