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L’ASSOCIAZIONE PER I DIRITTI DEGLI UTENTI E CONSUMATORI (ADUC) SUL CASO BRUNELLO: “UN COLPO ALL’IMMAGINE DEL MADE IN ITALY. NON CI VENGANO PIÙ A RACCONTARE CHE IL PRODOTTO ITALIANO È BUONO PER ANTONOMASIA”

“Crollano gli dei del made in Italy. Il vino Brunello di Montalcino, prodotto di eccellenza del sistema agroalimentare italiano, è stato contraffatto. Non di tutte le annate e non di tutte le aziende ma tanto basta per dare un colpo all’immagine del made in Italy, cavallo di battaglia di quanti credono che i prodotti “nostrani” siano il meglio del meglio”. È il commento dell’Aduc, l’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, che sottolinea come “il sangiovese, unico vitigno ammesso, sarebbe stato tagliato con altre uve per renderlo più armonico”.

“Le accuse - aggiunge l’associazione - sono di frode in commercio e falso ideologico. Una Caporetto per il “Made in Italy”. A marzo 2009, dietro insistenza dei produttori agricoli e dei nostri governanti, la Unione Europea ha approvato un regolamento che consente di scrivere “Prodotto in Italia” alla nostra produzione agricola, e dal 1 luglio tale regolamento è in vigore, con qualche nostrana furbizia. Solo grazie alle denunce si sono scoperte le magagne dell’“eccellente vino”, perché i controlli, evidentemente, languivano. Non ci vengano più a raccontare che il prodotto italiano è buono per antonomasia”.

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