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L’ITALIA DEL VINO CONTINUA A NAVIGARE A VISTA RISPONDENDO AI PROBLEMI CON SOLUZIONI PARZIALI E CHE RECUPERANO UN PASSATO ORMAI TRAMONTATO. ANCORA LONTANE SCELTE UNITARIE E CORAGGIOSE AL PASSO CON I CAMBIAMENTI IN ATTO

Italia
Il vino italiano continua a navigare a vista

Di fronte ai forti cambiamenti introdotti dalla nuova Ocm e a quelli collegati, purtroppo, alla crisi attuale, il mondo del vino italiano sembra non trovare di meglio, anche a causa delle tensioni interne alla stessa filiera, che tornare ad inseguire soluzioni parziali e provvisorie, inseguendo, addirittura, opzioni che non esistono più. E’ il caso della recente richiesta da parte di Fedagri-Confcooperative degli aiuti allo stoccaggio privato dei vini e dei mosti, che ricordiamolo, garantisce l’assolvimento degli oneri finanziari perché il produttore e/o la cantina trattenga il prodotto in cantina senza immetterlo sul mercato. Si tratta di una misura che può essere una buona soluzione temporanea, ma pessima se dovesse servire soltanto a ritardare l’immissione sul mercato di un prodotto che il mercato stesso non assorbirà mai. Altrettanto vale per la distillazione di crisi (che, nel 2012, scomparirà come distillazione di alcol per uso commestibile), ma per motivi opposti, restando, nello spirito della nuova Ocm, un provvedimento di “extrema ratio”, decisamente rivolto a situazioni di vera emergenza.
Insomma, di fronte alle grandi sfide che attendono il mondo del vino italiano, dovrebbero arrivare segnali adeguati e unitari: in altre parole, continua a brillare l’assenza di un piano complessivo forte per il nostro comparto viti-vinicolo, che, per di più, sia le Regioni che il Ministero delle Politiche Agricole, non sembrano voler nemmeno discutere. Preoccupano le situazioni di regioni come Puglia e Sicilia e di particolari vini, quelli che non hanno immagine e un marchio affermato, criticità che finiranno per colpire non solo zone e tipologie ma l’equilibrio complessivo dell’intero comparto.
Il programma di sostegno nazionale di quest’anno, che l’Italia ha sottoposto alla commissione dell’Unione europea, evidentemente, può essere variato e ampliato, ma, altrettanto evidentemente, i suoi cambiamenti o aggiunte non permettono l’arrivo di risorse ulteriori al budget di spesa, ma, piuttosto una decurtazione dei fondi destinati altri provvedimenti e/o azioni.
Continuare a fornire piccole boccate d’ossigeno a strutture e/o aziende o a porzioni di territori invece che discutere su una pianificazione globale a medio e lungo termine, finisce soltanto per rimandare la soluzione dei problemi, invece, di risolverli, in una fase, per di più, decisamente delicata, in cui anche gli assetti dei mercati e la concorrenza mondiale potrebbero subire cambiamenti importanti.

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