Il fronte agricolo europeo rimane caldissimo. E mentre le proteste con gli agricoltori in strada in tutta Europa non si fermano, come abbiamo raccontato qui, ieri la Commissione Ue ha fatto un passo avanti importante sul regolamento per le Tecniche di Evoluzione Assistita - Tea, a cui hanno applaudito tutte le organizzazioni agricole italiane. Oggi, invece, la presidente della Commissione Ue, Ursula Von Der Leyen, a Bruxelles, ha guidato il primo appuntamento degli “Strategic Dialogue on the Future of Agriculture”. “L’agroalimentare europeo ha bisogno di una prospettiva a lungo termine. Di prevedere una via per il futuro. Il nostro obiettivo è sostenere gli agricoltori e garantire la sicurezza alimentare dell’Europa. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questo senso”, ha detto la Von der Leyen alla prima sessione del dialogo strategico con gli agricoltori europei, a Palazzo Berlaymont. Von der Leyen ha ricordato le sfide portate dalla guerra e dal Green Deal. La nostra industria agroalimentare ha molti punti di forza. Dobbiamo fare leva su di essi. Sono ansiosa di ascoltare le raccomandazioni del Dialogo strategico sull’agricoltura. Così potremo trovare, insieme, soluzioni comuni per il futuro dell’agricoltura in Europa”. Parole che, quantomeno, testimoniano la presa di coscienza della “questione agricola” e del diffuso malumore che unisce molte delle diverse agricolture europee.
“Occorre dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno anche alla luce degli accordi di libero scambio in discussione come il Mercosur che penalizzano agricoltori e cittadini europei”, ha detto il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, nel commentare le dichiarazione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Dialogo strategico con gli agricoltori. “In Italia nel 2023 ad esempio sono più che raddoppiate, per un totale di ben oltre il miliardo di chili, le importazioni di grano dal Canada trattato in preraccolta con glifosate secondo modalità da noi vietate - denuncia Prandini - ed è necessario che in Europa venga fatto valere il principio di reciprocità affinchè tutte le importazioni rispettino tutti i criteri in termini ambientali sanitari e nel rispetto delle norme sul lavoro vigenti nella Unione Europea”.
“Una delle prime decisioni da prendere con questo Dialogo - sottolinea Prandini - deve vertere sulla necessità di adattare la futura Politica Agricola Comune (Pac) alle esigenze di redditività e competitività delle imprese agricole con un forte impegno alla semplificazione contro la burocrazia. La pandemia e le guerre dimostrano - precisa Prandini - che l’Unione Europea deve aumentare la propria capacità produttiva nell’agroalimentare con l’innovazione nelle campagne anche attraverso la nuova genetica green (Tea) e l’agricoltura 5.0 per affrontare i cambiamenti climatici.
Le sfide attuali e quelle future, anche in vista di futuri allargamenti dell’Ue impongono - sostiene Prandini - scelte ambiziose in termini di bilancio Ue - che dovrà riconoscere il ruolo centrale del settore agroalimentare se vogliamo mirare ad una sempre maggiore sovranità alimentare a livello europeo per garantire cibo sicuro per i nostri cittadini. Occorre - continua Prandini - sostenere la ricerca per agrofarmaci più sostenibili, senza forzature bloccando la proposta della Commissione che mette a rischio la capacità produttiva dell’Unione ed interi settori. Fermare le follie ideologiche significa anche l’immediata revisione delle procedure per autorizzazione dei cibi sintetici, come richiesto dalla maggioranza qualificata di Paesi al recente Consiglio Agricolo Ue per evitare di trasformare i cittadini europei in cavie”.
“A proposito delle proteste degli agricoltori in corso in varie parti d’Italia e d’Europa, invece, il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenuto a “Tg2 Post” su Rai 2, ha sottolineato come alla base di queste ci sia la richiesta di un sistema di regole diverso, soprattutto in Europa. Il presidente Giansanti ha richiamato il tema della nuova Pc, che toglie agli agricoltori oltre il 15% del budget, rispetto alla precedente programmazione e che chiede di sottrarre una quota importante di terreni alla coltivazione. Viene chiesto agli agricoltori, anche all’interno della più ampia strategia europea del Green Deal, di produrre di meno. “Ma questo - come ha rimarcato Giansanti - significa aprire le frontiere a prodotti provenienti da altri Paesi. A livello europeo, viene altresì chiesto alle imprese agricole di ridurre l’utilizzo di fitofarmaci, senza fornire valide alternative. Questo è pressoché impossibile - ha evidenziato il presidente Confagricoltura - se si pensa soprattutto agli effetti dei cambiamenti climatici, che hanno, tra le loro conseguenze, la diffusione di gravi fitopatie che colpiscono le coltivazioni”.
Il presidente Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha rilevato come si stia perdendo di vista il compito principale a cui gli agricoltori sono chiamati, che è quello di garantire a tutti i cittadini europei la sicurezza alimentare. Occorre pertanto mettere gli imprenditori agricoli nelle condizioni di poterlo fare e di poter restare competitivi nel mercato globale. Quanto alle scelte dei consumatori, Giansanti ha sottolineato come il cibo italiano sia un’assoluta garanzia, perché frutto di un modello agricolo all’avanguardia e con standard di sicurezza tra i più elevati al mondo. “L’agricoltura italiana riesce a rimanere performante - ha concluso il presidente Confagricoltura - nonostante una visione della Commissione Europea che predilige gli aspetti ambientali, rispetto a quelli di mercato. Il sistema agroalimentare italiano ha molto da raccontare, ed è questo uno dei suoi punti di forza, con cui sarà possibile affrontare le sfide di domani”.
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