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IL PROGETTO

La pasta diventa “spaziale” e manda in orbita la candidatura della cucina italiana Unesco

Nella missione “Axiom 3”, verso la Stazione Spaziale Internazionale, si mangerà italiano con il primo piatto nazionale protagonista
BARILLA, CUCINA ITALIANA, LOLLOBRIGIDA, PASTA, RANA, SPAZIO, Non Solo Vino
L’“Italian Space Food Project”, la presentazione a Washington

Una delle cucine più apprezzate del mondo, quella italiana, è pronta ad “assaggiare” lo Spazio, per un decollo che si spera possa poi approdare nell’ufficializzazione del riconoscimento Unesco. Non è la prima volta che le eccellenze enogastronomiche approdano in una “nuova dimensione”: pochi anni fa alcune bottiglie di Bordeaux finirono proprio nello Spazio con l’obiettivo di scoprire se la radiazione spaziale e la microgravità influenzassero i componenti del vino durante il processo di invecchiamento e prima ancora fu Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana, con il “cooking on orbit”, ovvero la preparazione di pasti di qualità utilizzando quanto disponibile nella cambusa, e quindi pollo, riso, verdure e altri alimenti con tanto di preparazione raccontata al pubblico dalla “cucina spaziale”. Adesso arriva l’“Italian Space Food Project”, progetto presentato all’Ambasciata d’Italia a Washington che porta la cucina italiana, e quindi anche il suo prodotto simbolo, la pasta, nello spazio, con la prossima missione “Axiom 3” diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale, il cui lancio è previsto per il 10 gennaio 2024. L’equipaggio, di cui fa parte il Colonnello dell’Aeronautica Militare, Walter Villadei, gusterà cibo italiano sia nei 14 giorni di quarantena pre-partenza, con menu preparati per l’occasione da Rana, sia in orbita, grazie a prodotti creati ad hoc da Barilla. Un progetto che si inserisce nel contesto della candidatura della cucina italiana al patrimonio immateriale dell’Unesco, presentata dal Governo italiano a fine marzo.
Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato che “questa missione ha lo scopo di valorizzare ancora di più la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio dell’Unesco. Il nostro cibo arriverà nello spazio” ponendo l’accento su come sia necessario “rafforzare sempre più la nostra collaborazione per la tutela di un modello democratico ed eventi come quello di oggi vanno in questa direzione”. L’Ambasciatrice italiana in Usa, Mariangela Zappia, ha illustrato come “Il progetto Space Food si inserisca in una collaborazione di lunga data e molto ampia tra Italia e Stati Uniti nel settore spaziale e che l’Italia sta fornendo il suo contributo fondamentale in questo settore con creatività e innovazione”.
Un’esperienza che sarà stimolante per il mondo del food che potrà magari apprendere nuove cose in un panorama ancora ulteriormente da esplorare. “Per noi è molto interessante - ha detto Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo Barilla - perché potremmo sondare degli aspetti sulla pasta legati al gusto alla percezione, al profumo perché non abbiamo quell’esperienza. Da ogni esperienza nasce una curiosità ulteriore per cui sono entusiasta di questo progetto”. Per Giovanni Rana Jr., Innovation Manager del Gruppo Rana, azienda “re” della pasta fresca, “questo obiettivo, insieme alla nostra naturale propulsione verso l’innovazione, è da sempre nel nostro Dna che, in oltre 60 anni di storia, ci ha portati ad essere leader nel mercato alimentare del fresco, con una presenza globale in quasi 70 Paesi. La cucina italiana rappresenta la storia e l’identità del nostro Paese e crediamo che per valorizzarla e promuoverla in modo ancora più efficace sia fondamentale la collaborazione virtuosa tra pubblico e privato. Per questo abbiamo deciso di essere a fianco delle istituzioni italiane in questo progetto, supportando questo traguardo storico in cui l’Italia svolge un ruolo chiave”.
Matteo Zoppas, presidente Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ha spiegato che “questa iniziativa è una grande opportunità per il futuro, dove si creeranno una infinità gamma di possibilità a cui le nostre aziende potranno accedere, perché futuri sbarchi in altri pianeti sono ormai allo studio. Nuove tecnologie e prodotti saranno necessari e ci sono opportunità per centinaia di miliardi che le nostre imprese possono cogliere. I prodotti che usiamo oggi sul nostro pianeta dovranno essere reingegnerizzati e adattati a nuovi ambienti”. Il Ministro Lollobrigida ha evidenziato che l’Italia “sta raccogliendo la sfida del futuro. Lo sta facendo con una visione, scegliendo di non guardare alla contingenza ma alla prospettiva, investendo oggi sulla ricerca e sull’innovazione, per raccogliere domani”.
Penne, fusilli ma non solo. La pasta nello spazio si potrà infatti condire con l’extravergine già testato per oltre sei mesi in orbita dove la gravità e i raggi cosmici non hanno avuto effetti sulla sua qualità. A dirlo è la Coldiretti che saluta il progetto “Italian Space Food” come “un importante passo in avanti per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco dopo che anche l’olio extravergine di oliva potrebbe entrare stabilmente nella dieta degli astronauti grazie al fatto che le sue caratteristiche nutrizionali e salutistiche di pregio sono rimaste inalterate, secondo la sperimentazione sui campioni rientrati sulla Terra dalla Stazione Spaziale internazionale (Iss) all’inizio dell’anno, insieme all’astronauta Esa Samantha Cristoforetti, nel progetto inserito nel quadro dell’accordo tra l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e il Crea, in collaborazione con Coldiretti e Unaprol”.
Con il progetto “Evoo in Space: Extra-Virgin Olive Oil in Space (Evoos)”, continua Coldiretti, sono stati infatti analizzati gli effetti della permanenza nello spazio sulle caratteristiche chimico-fisiche, sensoriali e nutrizionali dell’olio extravergine d’oliva, nonché le sue eventuali ricadute applicative sul nostro pianeta, nella sede di Rende del Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura del Crea. Dai dati preliminari ottenuti, è emerso “come lo speciale confezionamento in sacchetto protettivo sottovuoto, testato e correntemente permesso nelle missioni a bordo dell’Iss, impermeabile all’ossigeno e mantenuto sottovuoto, abbia consentito la conservazione dell’olio extra vergine di oliva almeno per i primi 6 mesi all’interno della Stazione Spaziale internazionale (Iss), assicurando un prodotto made in Italy di qualità, ancora ricco di biofenoli e tocoferoli”.
I prodotti del Belpaese continuano ad essere apprezzati e “la cucina all’italiana - conclude Coldiretti - è la più diffusa e apprezzata nel mondo con un valore della ristorazione che raggiunge i 205 miliardi di euro e registra i maggiori livelli di penetrazione negli Usa, con il 33% del totale dei ristoranti, e in Brasile (28%), ma ottimi risultati si raggiungono anche in Francia (22%), Spagna (24%), India (24%), Germania (16%), Cina (14%), Corea del Sud (12%) e Regno Unito (11%), secondo l’analisi Coldiretti sul Foodservice Market Monitor 2022 by Deloitte”.

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