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LA STAGIONE D’ORO DEL MIELE ITALIANO: QUANTITA’ E QUALITA’ D’ECCELLENZA, RECORD NELLE VARIETA’ (SONO OLTRE 40). GLI APICOLTORI ITALIANI A CONVEGNO IN TOSCANA, A MONTALCINO, DAL 10 AL 12 SETTEMBRE

L’eccellenza la strapperanno il millefiori e l’acacia, ma grande qualità è attesa anche per il miele di agrumi, la melata e il castagno, che sarà meno ambrato del solito. La bottinatura terminerà soltanto a metà settembre, ma per il miele italiano è già tempo di tirare le somme di un’annata che, anche in quantità, è sopra la media, con una produzione che, nel complesso, si attesterà sui 110/120.000 quintali, risollevandosi dalle recenti disastrose stagioni. Ma, per un bilancio finale, gli apicoltori si sono dati appuntamento in Toscana, a Montalcino, dal 10 al 12 settembre per la “Settimana del Miele”, l’evento più importante in Italia del “dolce prodotto”, che - con incontri, convegni, assaggi, degustazioni, momenti di riflessione e di approfondimento - diventerà il momento giusto per stilare la pagella del miele italiano, che, comunque, quest’anno ha già stabilito un record importante, quello delle 40 tipologie di monoflora: dall’asfodelo al tarassaco, dal ciliegio al nespolo del Giappone, dal timo dei Monti Iblei alla marruca di Maremma, dalla sulla Senese al rododendro, dai fiori di melone ai fiori di zucchine, dal rosmarino ai fiori di mora, dal biancospino all’erica, dall’erba medica al trifoglio, dalla marasca del Friuli alla lavanda …
“La produzione italiana di miele - spiega Fabio Tassi, presidente degli apicoltori di Siena Grosseto Arezzo (Asga), che organizza la “Settimana del Miele” di Montalcino, che ha, tra gli altri, il patrocinio della Regione Toscana, Ministero della Politiche Agricole e del Ministero dell’Ambiente - rappresenta il 20-25% della produzione comunitaria. Sulle tavole degli italiani si consumano ogni anno quasi 400 grammi di miele a testa, con un interesse ed una conoscenza in continua crescita tra il grande pubblico. Nel settore operano ben 75.000 apicoltori, con 1,1 milioni di alveari che ospitano una popolazione di 55 miliardi di api. Il giro d’affari dell’apicoltura italiana è di 60 milioni di euro, ma arriva a 2,5 miliardi se si considera il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura”.
Unanime il giudizio degli apicoltori secondo cui il primato quest’anno spetterà al miele di acacia, il più richiesto sulle tavole italiane, soprattutto per le produzioni della Lombardia e del Piemonte, seguito dal millefiori, che ha dato buoni risultati in tutta Italia. Bene, secondo un primo verdetto, anche l’andamento del miele di agrumi (il più ricercato all’estero in compagnia del miele di melata e di quello di castagno) che, fatta eccezione per la Sicilia, ha avuto nel meridione d’Italia le migliori rese. Peggio è andata, invece, al miele di eucalipto, ricercatissimo dai gourmet italiani e essenziale per accompagnare raffinate portate a base dei più svariati formaggi, che ha registrato una produzione quasi nulla anche nelle regioni più vocate come la Sardegna (colpa soprattutto della siccità dell’anno scorso, che ha compromesso la fioritura con essa gran parte del raccolto). Male è andata anche per il miele di rododendro e gli altri “classici” di alta montagna, che registrano bassissime rese; la produzione del miele più ricco di oligoelementi minerali, il miele di melata (l’essudazione zuccherina extrafloreale delle piante trasformata dalle api in saporito miele), è andata invece mediamente bene; il miele di castagno (utilizzatissimo in cucina e ugualmente ricercato dai grandi gourmet al pari dell’eucalipto), che quest’anno si preannuncia di ottima qualità, anche se la produzione è stata decisamente inferiore alle passate stagioni.
“Un annata positiva per l’apicoltura italiana settore - spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione Nazionale degli Apicoltori Italiani - che non gode di sostegni al reddito come la gran parte degli altri comparti zootecnici ed agricoli europei e che, quindi, compete sul libero mercato mondiale e che ha accolto con soddisfazione del recente rinnovo del programma europeo 2005/2007 per l’assistenza tecnica e la lotta alle patologie deliberato a Bruxelles”.

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