Tra i filari di Berlucchi, griffe della Franciacorta e tra i principali gruppi del vino italiani, con un fatturato, nel 2018, di 42 milioni di euro, i primi grappoli sono già in cantina, ma non è questa la notizia. La novità è in vigna, e riguarda la sperimentazione della tecnologia iperspettrale applicata all’uva: insieme ad Antares Vision, multinazionale italiana leader nel sistema d’ispezione visiva, e con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia, verrà monitorata, con campionamenti periodici iniziati già a luglio, la qualità delle uve, dalle sue caratteristiche organolettiche all’evoluzione della sua composizione chimica in fase di maturazione, e l’eventuale presenza di botrite o altre muffe.
“Non si tratta semplicemente di portare una nuova tecnologia in vigna, ma di metterla al servizio di una viticultura sostenibile da un punto di vista ambientale, che è poi l'obiettivo ultimo di tutti gli sforzi che stiamo facendo sia come azienda che come territorio”, spiega a WineNews Arturo Ziliani, a capo della Berlucchi. Ma come funziona, a livello pratico? Grazie alla camera iperspettrale, una specie di radiografia che penetra la materia nella sua struttura più profonda, è possibile infatti riconoscere le proprietà chimiche degli oggetti analizzati. Nella seconda fase il progetto di viticoltura 4.0 sarà dedicato all’ottimizzazione dei dati raccolti. Tramite machine learning si cercheranno indicatori, vincoli e correlazioni non evidenti all’occhio umano per analisi e statistiche che potranno migliorare ulteriormente i processi e la qualità del prodotto finale.
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