Secondo lo “Scenario dei rischi settoriali nei prossimi mesi in Italia”, firmato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, basato sulla distribuzione per settore Ateco delle componenti positive della base imponibile dell’Irap, costituita sostanzialmente dal valore della produzione dell’impresa, tra i settori economici che affronteranno il minor livello di rischio, ci sono l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca, considerati a “basso rischio” nel 100% dei casi, mentre dalla parte opposta dello spettro, sono le attività alberghiere e della ristorazione ad essere considerate ad “alto rischio” nel 100% dei casi.
Una fragilità condivisa solo con le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento, legate spesso e volentieri al turismo, e comunque impossibili da immaginare senza stare insieme. Nel complesso, in Italia, il 43% delle imprese è considerato a “basso rischio”, il 46% a “medio rischio” e l’11% ad “alto rischio”, con le attività di servizi, l’istruzione, le agenzie di viaggi, il trasporto ed il commercio all’ingrosso ed al dettaglio che mostrano livelli di rischio rilevanti, mentre attività come i servizi di informazione e comunicazione, le attività finanziarie, quelle immobiliari e quelle professionali scientifiche e tecniche sono praticamente a rischio zero.
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