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ATTUALITÀ

Le tensioni nel Mar Rosso fanno tremare l’agricoltura italiana: “effetti negativi e costi già saliti”

L’ultimo allarme è stato lanciato da Legacoop Agroalimentare. Il presidente Maretti: “il rischio è di ingolfare il mercato italiano ed europeo”
CRISTIAN MARETTI, KIWI, LEGACOOP AGROALIMENTARE, MELE, PRODOTTI FRESCHI, Non Solo Vino
Crescono le preoccupazioni per i trasporti marittimi dei prodotti freschi come le mele (ph: Freepik)

Continuano, anche nel settore agroalimentare, le preoccupazioni per lo scenario internazionale con le tensioni nel Mar Rosso che vanno ad aggiungersi alle altre già esistenti nel mondo. E così agli allarmi lanciati da Confagricoltura e Coldiretti, si aggiunge anche quello di Legacoop Agroalimentare: “c’è già un effetto negativo sulle nostre esportazioni e un incremento dei costi nell’utilizzo dei container e dei noli per tutte le tratte”. A dirlo è Cristian Maretti, presidente dell’associazione nata nel 1957 e che promuove, rappresenta, assiste, tutela e coordina le cooperative associate. La situazione si sta facendo particolarmente difficile, Maretti ha sottolineato come “ci arrivano segnalazioni continue dalle nostre cooperative per il blocco e per il rischio attacchi che corrono nel Mar Rosso le navi container con le nostre merci. A risentirne sono anche le rotte atlantiche perché l’allungamento dei percorsi da Capo di Buona Speranza impegna per 15 giorni in più i mezzi disponibili a causa di una nuova strozzatura dell’offerta”. Per Legacoop Agroalimentare sembra di essere tornati indietro ad un paio di anni fa quando non si trovavano navi cargo per trasportare le merci ed i prezzi erano alle stelle. Una situazione di nuovo di attualità a causa delle tensioni nel Mar Rosso che portano a difficoltà nel traffico navale lungo il canale di Suez. E se qualcuno tenta di arrivare nel Nord Italia via treno dalla Cina, i disagi per il trasporto marittimo si fanno sentire.
Le difficoltà per i tempi lunghi e, in particolar modo, in considerazione della “shelf-life” dei prodotti freschi che “non consentono di allungare di 15 /20 giorni il tragitto. Fortunatamente questo problema si è originato dopo che importanti prodotti, come il kiwi, erano già “passati”, mentre per le mele siamo ancora a metà. Naturalmente in un settore dominato dalle stagionalità delle produzioni, la quantificazione dei danni dipenderà dalla durata del blocco”, spiega il presidente Maretti. Difficoltà anche per l’olio di oliva dove “si assiste ad un raddoppio dei costi in quanto già da metà dicembre è obbligatorio transitare dall’Africa per arrivare in Giappone e Taiwan” ma i problemi delle esportazioni possono avere ripercussioni sul mercato interno considerato che, dice Maretti, “se i prodotti non vengono esportati, il rischio è quello di ingolfare il mercato italiano ed europeo con effetti drammatici sui prezzi che, indubbiamente, crolleranno”. In definitiva, “il 2024 si apre con un nuovo grande problema per le nostre cooperative, quando ancora non siamo completamente fuori da tutti quelli precedenti. Un grande problema di livello europeo che deve trovare una risposta chiara ed unita da parte delle istituzioni comunitarie a presidio dei propri interessi politici e commerciali”.

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