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LOTTA AGLI SPRECHI

L’imbarazzo frena gli italiani a portare a casa il cibo avanzato: “Doggy Bag” usata solo dal 15,5%

Nei numeri, presentati da Fipe-Confcommercio e Comieco, la percentuale del vino è più bassa, 11,8%. Segnali di cambiamento ci sono, ma ancora timidi
CIBO, DOGGY BAG, FIPE CONFCOMMERCIO, Non Solo Vino
Due vaschette di cibo da asporto

Ancora c’è da farne di strada, uno sforzo soprattutto mentale per salvare il cibo buono, appena preparato e comunque costoso. Solo il 15,5% degli italiani porta a casa il cibo non consumato durante un pranzo o una cena al ristorante, eppure la quasi totalità dei ristoratori (91,8%) è attrezzata per consentirlo. Una percentuale che scende all’11,8% se consideriamo, invece, il vino. Segnali di cambiamento, questi, ancora troppo timidi in un’epoca in cui l’attenzione agli sprechi, soprattutto alimentari, è sempre più alta e il 36% della spesa delle famiglie per prodotti alimentari transita fuori casa. Secondo un ristoratore su due, il basso numero di richieste può essere spiegato da un certo imbarazzo del cliente a richiedere di portare via gli avanzi. Ma anche la scomodità (19,5%) e l’indifferenza (18,3%) sono tra le ragioni alla base della riluttanza dei consumatori ad avanzare una tale richiesta. La percezione dei consumatori sembra, comunque, essere più che positiva. Il 74% degli italiani si dice a favore della possibilità di portare a casa il cibo che non è riuscito a consumare, anzi, per il 22% è addirittura una variabile importante nella scelta del ristorante. Ecco i numeri, presentati in conferenza organizzata da Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, e Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica), dal titolo “Spreco alimentare: al ristorante la Doggy Bag si chiama rimpiattino”.
Nell’occasione, Fipe e Comieco hanno rinnovato la collaborazione che, nel 2019, ha promosso il progetto “Rimpiattino”, la versione italiana della “Doggy Bag”, con cui sono stati distribuiti ai ristoranti aderenti all’iniziativa iconici contenitori di carta proprio per portare a casa il cibo e il vino non consumati a tavola. In totale, ad oggi, sono stati 24.000 i “Rimpiattini” distribuiti tra 875 ristoranti di 22 città; e poi la presentazione della nuova funzionalità dell’app “Sprecometro” che misura lo spreco alimentare al di fuori delle mura domestiche, frutto di una collaborazione tra Fipe e l’Osservatorio Waste Watcher International guidato dal professor Andrea Segrè dell’Università di Bologna.
Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio, spiega che “che il contrasto dello spreco alimentare, tema su cui la Federazione è da sempre in prima linea, sia sempre di più nell’agenda politica è un fatto positivo, perché raccoglie anche i valori di “Expo Milano 2015” ma la giusta sfida pone anzitutto uno sforzo culturale per superare i tanti pregiudizi che ancora condizionano le scelte delle persone. Occorre, cioè, una “spinta gentile” che porti ad assumere comportamenti virtuosi in grado di fare la differenza. La diffusione su base volontaria del “Rimpiattino” tra i ristoratori ha proprio l’obiettivo di abbattere il muro dell’imbarazzo che ancora oggi rappresenta l’ostacolo più importante alla diffusione dei comportamenti anti spreco”. Carlo Montalbetti, Direttore generale Comieco, ha affermato come “il settore della ristorazione può rappresentare un canale di promozione importante per la corretta gestione di cibo e vino non consumati attraverso l’adozione di buone pratiche. Per questo insieme a Fipe stiamo lavorando per rinnovare la fornitura di circa 20.000 “Rimpiattini”, che i ristoratori potranno richiedere su base volontaria. Una buona abitudine promossa già in occasione di Expo 2015 e che oggi consolidiamo, confermando anche il ruolo centrale dell’imballaggio in carta (riutilizzabile e riciclabile) come strumento di promozione e diffusione della cultura antispreco”.
Andrea Segrè, direttore scientifico Waste Watcher e professore di Economia Circolare, oltre che fondatore della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco, osserva come “più che di obbligatorietà, in rapporto alle food bag nei ristoranti, dovremmo parlare di prevenzione, sostenibilità, educazione alimentare. Il “Rimpiattino”, lanciato già da tempo da Fipe e Comieco, restituisce molto bene il senso della prevenzione dello spreco: il prossimo 5 febbraio, Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, a Roma, lanceremo un “Osservatorio” sugli sprechi nella ristorazione italiana grazie alla nuova funzione dell’app istituzionale Sprecometro”.

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