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CONSUMI

Manca anche la CO2 alimentare. E il Codacons, contro il rischio speculazione, va all’Antitrust

In vista rincari anche per acqua e bibite gassate. E l’associazione dei consumatori chiede attenzione contro l’“abuso di posizione dominante”
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Acqua e bibite gassate (nella foto di Giorgio Trovato via Unsplash)

In questi tempi difficili, che continuano a rimescolare anche le più banali “certezze” della vita quotidiana, o almeno quelle di una buona parte dell’Occidente, succede che anche la semplice acqua e le bibite gassate potrebbero iniziare a scarseggiare, “ed i prezzi di tali prodotti rischiano di subire una impennata non appena le scorte di magazzino si esauriranno”. Lo denuncia il Codacons, che sul caso ha presentato un esposto all’Antitrust affinché apra una indagine sul mercato dell’anidride carbonica per uso alimentare.
“Da giorni si rincorrono le voci circa la carenza di CO2 sul mercato alimentare, indispensabile per la produzione di numerose bevande come bibite gassate, acqua minerale, alcolici e analcolici - spiega il Codacons - alla base del fenomeno vi sarebbe l’aumento dei costi dell’energia che rende l’estrazione dell’anidride carbonica sempre più difficoltosa, mettendo a dura prova la produzione industriale. Una situazione che - denuncia l’associazione - rischia di far impennare i prezzi di acque gassate e bibite come effetto della minore offerta, e che potrebbe realizzare una forma di abuso di posizione dominante da parte delle aziende leader nel settore”. In tale direzione il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust in cui si chiede di accertare la condotta posta in essere dai 5 maggiori produttori e distributori di CO2 che avrebbero improvvisamente comunicato la sospensione della fornitura di anidride carbonica mettendo in difficoltà non solo le aziende produttrici di acque minerali e bevande, ma anche le imprese che utilizzano CO2 per la buona conservazione degli alimenti confezionati.
“Il sospetto che i produttori e i distributori di CO2 alla ripresa delle forniture richiedano consistenti aumenti di prezzo sembrerebbe confermato dalle comunicazioni di recente inviate ad alcune imprese, da fornitori diversi, con richieste di aumento in alcuni casi con effetto retroattivo dal 1 luglio”.
Il Codacons ha, dunque, chiesto all’Antitrust di valutare l’apertura di una istruttoria per verificare se la condotta posta in essere dalle maggiori imprese di settore possa risultare un abuso di posizione dominante in violazione dell’articolo 3 della legge 287/1990 e/o in un abuso di dipendenza economica, di cui all’articolo 9 della legge n. 192 del 1998.

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