I “protezionismi immotivati” e la “chiusura dei mercati dal sapore incomprensibilmente autarchico che danneggerebbero in modo importante settori di eccellenza come quelli del vino e dell’olio” e darebbero “ulteriore spinta ai prodotti del cosiddetto Italian Sounding”, con chiaro riferimento alla minaccia dei dazi da parte del presidente Usa Donald Trump verso i prodotti Ue; e, all’opposto, “i mercati aperti che producono una fitta rete di collaborazioni che, nel comune interesse, proteggono la pace”, e il ricordo di come, sottolineando l’importanza dell’export agroalimentare e dei suoi numeri, di cui il vino e l’olio sono i prodotti di punta, “produrre per l’auto-consumo ricondurrebbe l’Italia all’agricoltura dei primi anni del Novecento”; e, ancora, “l’impegno verso la qualità, con la salubrità degli alimenti” grazie alla quale l’agroalimentare reca “beneficio ai comparti agricoli italiani, incrementando il valore delle produzioni” e contribuisce alla “domanda di Italia nel mondo”; e l’importanza di saper “guidare l’innovazione”, vera chiave di progresso per il futuro; sempre sottolineando come, dal Governo italiano all’Ue, “le istituzioni devono essere a fianco dei vostri sforzi e del vostro lavoro”, perché l’agricoltura è l’anima dell’Italia e motore di integrazione in Europa. Sono solo alcuni dei passaggi più salienti dell’intervento del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, nei giorni scorsi, a Roma, nel “Forum della Cultura dell’Olio e del Vino” n. 44 promosso da Bibenda & Fondazione Italiana Sommelier (Fis), nei giorni scorsi a Roma.
Che, nel suo essere una concreta testimonianza della grande importanza che l’agroalimentare riveste per l’Italia, ha fatto parlare del settore su tutti i media italiani più importanti, e motivato parole di ringraziamento e grande stima da parte degli agricoltori. “Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono un elogio all’agricoltura e agli agricoltori, al loro lavoro che nel tempo ha portato l’Italia ai massimi livelli nel settore agroalimentare. Siamo grati al nostro Presidente per questo intervento a pochi giorni dalla visita del Commissario Hansen in Italia in occasione dell’anniversario del Trattato di Roma del 1957”, ha detto il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, parlando di “un discorso che ci stimola a continuare e rafforzare il nostro impegno, a tutti i livelli, affinché l’agricoltura rimanga il motore dell’integrazione europea”. Ma riferendosi anche al fatto che, domani, in occasione delle celebrazioni dei Trattati a Roma, al via oggi con l’inaugurazione da parte dello stesso Presidente Mattarella di “Agricoltura È”, il Villaggio del made in Italy voluto dal Ministero dell’Agricoltura e dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in Piazza della Repubblica, e dopo la presenza del vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto, è previsto l’arrivo, del Commissario Europeo all’Agricoltura Christophe Hansen, mentre, il 26 marzo, alla cerimonia di chiusura ci sarà la Premier Giorgia Meloni. “Il richiamo del Presidente della Repubblica al valore delle risorse agricole e alimentari emerso con forza in questi anni in ambito internazionale mette in luce l’attività incessante delle nostre imprese, andata sotto pressione durante la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina, ma sempre in grado di garantire solidità e resilienza al sistema agroalimentare europeo - ha aggiunto Giansanti - l’attuale situazione mondiale ha aumentato le sfide per il nostro settore, che ha bisogno di nuovi approcci risolutivi rispetto alle minacce commerciali. Siamo grati quindi anche per il richiamo del Presidente Mattarella alle istituzioni, affinché sostengano le forze produttive”.
Parole, quelle del Presidente Mattarella, sui rischi legati all’affermarsi di spinte protezionistiche, che “sono importanti in un momento in cui il valore dell’Italian Sounding ha superato i 120 miliardi di euro e minaccia di crescere ancora con la guerra dei dazi”, afferma la Coldiretti. Il fenomeno dei falsi prodotti italiani colpisce, seppur in misura diversa, tutti i prodotti, a partire da quelli a Denominazione di origine, e riguarda soprattutto i Paesi ricchi, con in testa gli Usa, dove la produzione di “tarocchi” ha superato i 40 miliardi in valore. Un business che potrebbe trovare una ulteriore spinta proprio dall’eventuale imposizione di dazi sull’agroalimentare made in Italy. L’aumento dei prezzi degli “originali” porterebbe i consumatori americani a indirizzarsi su altri beni più a buon mercato, a partire dai cosiddetti “italian fake”. Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa è in realtà prodotto in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola, dalla mozzarella fino al Provolone. Ma il problema riguarda un po’ tutte le categorie, dall’olio d’oliva ai salumi fino a passata e sughi. “Se l’aumento delle tariffe dovesse interessare l’intero agroalimentare - spiega Coldiretti - il costo stimato per le singole filiere sarebbe di quasi 500 milioni solo per il vino, circa 240 milioni per l’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta, 120 milioni per i formaggi, con un inevitabile calo delle vendite”. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, i dazi imposti durante la prima presidenza Trump su una serie di prodotti agroalimentari italiani avevano portato a una diminuzione del valore delle esportazioni (confronto annuale tra 2019 e 2020) che è andata dal -15% per la frutta al -28% per le carni e i prodotti ittici lavorati, passando per il -19% dei formaggi e delle confetture e il -20% dei liquori. Ma anche il vino, seppur non inizialmente colpito dalle misure, aveva fatto segnare una battuta d’arresto del 6%.
Proprio per scongiurare una guerra commerciale che avrebbe effetti pesantissimi sull’economia dei Paesi, Coldiretti e National Farmers’ Union (Nfu), le due principali organizzazioni agricole che rappresentano milioni di agricoltori su entrambe le sponde dell’Atlantico, hanno scritto una lettera al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e alla Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per chiedere con urgenza la fine dell’escalation che sta colpendo in modo diretto e pesante il settore agricolo, minacciando la stabilità dei mercati, la sicurezza alimentare e la sostenibilità economica. Coldiretti e Nfu denunciano che l’attuale clima di scontro rischia di compromettere il ruolo strategico dell’agricoltura per la sicurezza alimentare, la tutela ambientale e la stabilità sociale. Le due organizzazioni richiamano i rispettivi governi alla responsabilità, invitandoli a fermare immediatamente questo ciclo dannoso di dazi e contro-dazi e ad aprire un dialogo trasparente e costruttivo.
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